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Enea Melandri

lunedì 25 luglio 2011

Senza Neanche il Bagno

Wow finalmente vede la luce l'ultima sparata leghista! Tre ore di cerimonia per inaugurare gli uffici pluri-ministriali a Monza. Centocinquanta metri quadrati in tutto, un ufficio per Bossi, uno per tre ministri, Tremonti, Calderoli e Brambilla, ed uno per il personale (due dipendenti al massimo, dicono); due divanetti, zero telefoni, un computer, due statuette dell'Alberto da Giussano.
Alle pareti, però, dopo mesi di assurde battaglie ideologiche, neanche un crocifisso: una foto di Napolitano, una del Senatur, degli arazzi e dei quadri che raffigurano il giuramento di Pontida e la battaglia di Legnano.
"Un sogno che si avvera" dicono entusiasti "sarà il nostro pensatoio, per rilanciare l'economia".

Non mancano le polemiche: alcuni deputati Pdl del Lazio parlano esplicitamente di regressione feudale.
Simili i toni del sindaco di Roma Gianni Alemanno: “Quello che è avvenuto oggi a Monza rimane inaccettabile da tutti i punti di vista. Anche se la Lega, dopo la vittoria delle mozioni parlamentari a favore di Roma Capitale, ha dovuto ripiegare dall’iniziale proposta di spostare sedi dei Ministeri al nord alla semplice creazione di ‘uffici decentrati’ e ‘sportelli del cittadino’, l’iniziativa è impresentabile sia sul piano simbolico sia sul piano sostanziale" e conclude “E’ l’esatto contrario dello spirito autentico del federalismo”.

Anche dall'Onorevole Iannaccone, di Noi Sud, parole dure “Dopo l’apertura a Monza degli uffici distaccati dei ministeri dell’Economia, delle Riforme, e della Semplificazione normativa abbiamo avuto la conferma di un esecutivo succube della Lega"; però anche lui vuole la sua parte di fuffa "Nei prossimi giorni ci aspettiamo un segnale chiaro dal governo con l’individuazione al sud di quattro sedi distaccate dei ministeri dello Sviluppo economico, dell’Ambiente, del Turismo e delle Politiche agricole. Tuttavia" un barlume di buon senso "siamo consapevoli che non è con le sedi di rappresentanza che si supporta un territorio, ma con misure concrete a sostegno della sua economia, dei suoi imprenditori, dei suoi commercianti e della sua classe lavoratrice. O il presidente Berlusconi e il governo accolgono le nostre richieste o saremo costretti a rivedere il nostro appoggio ad un governo che sta deludendo profondamente il popolo meridionale”.

Operatività della struttura: assente (si parla di settembre).
Eccola la Rivoluzione Padana dopo 10 anni di governo!

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