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Enea Melandri

giovedì 21 luglio 2011

E' Nostro Compito

Un accesissimo scontro è scoppiato ieri alla Camera tra i deputati Alessandra Mussolini (PdL) ed Emanuele Fiano (PD). L'esponente democratico era intervenuto per denunciare il vicesindaco PdL di Boltiere (BG), Maurizio Testa, che si presenta su Facebook con il saluto romano in una foto sulla tomba del Duce a Predappio; "Zio Benito" lo chiama affettuosamente, ringraziandolo per "la forza che lui sa dare".
Fiano ha fatto una ricostruzione storica ed ha ricordato "al signor Testa da che parte stava Benito Mussolini: non dalla parte degli italiani consegnati ai nazisti; non degli antifascisti torturati in via Tasso; non dalla parte degli 8500 ebrei consegnati nelle mani dei nazisti perchè venissero deportati e uccisi nei lager". Ha inoltre magistralmente aggiunto che in Italia "a volte si perde il senso della storia se un amministratore pensa di andare ad inneggiare un dittatore che in questo paese ha negato la libertà e ha collaborato affinchè venissero, prima espulse dalle scuole, dal lavoro, dalle loro occupazioni, e infine uccise migliaia di persone tra cui, appunto, 8500 ebrei".
E' a quel punto che la nipotina del Duce parte all'attacco: "Piazzale Loreto è stato uno scempio. Mio nonno è stato massacrato senza alcuna condanna o processo. Sono orgogliosa di lui. Nessuno, in quest'aula, si deve permettere di chiamare assassino mio nonno, del quale ho dato il cognome ai miei tre figli".

Sono parole inacettabili quelle di un Deputato della Repubblica che si permette di difendere il più sanguinario dittatore della Storia d'Italia, che instaurò una dittatura autoritaria e violenta, trascinò il paese in guerre di conquista, avviò progetti antisemiti ed avvallò deliri razzisti del Nazismo, contribuendo alla deportazione nei campi di concentramento di ebrei e dissidenti.

Non lasciate che il revisionismo ed il negazionismo cancellino così la memoria storica del paese, raccontate, ricordate, tramandate; di quelli che hanno vissuto quegi orrori ne restano pochi ormai, e per questo è importante che la nostra generazione, a cui questi fatti sono stati raccontati dai protagonisti, continuino a portare avanti la memoria politica, civile e sociale dell'Italia.

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