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Enea Melandri

martedì 31 maggio 2011

Non Vedo Perché Dovrei Farlo

La definisco ormai solo una convenzione sociale quella di battezzare i neonati; per poter da grandi ricevere gli altri sacramenti senza complicazioni, per non emarginarli tra i coetanei o per tradizione familiare. Qualcuno, i mangiapreti più aggueriti, lo definisce una vioenza inumana contro il bambino e la sua libertà. Io non sono del tutto d'accordo.

Ma cominciamo dal principio: il battesimo è il mezzo "mediante il quale ci si libera dal peccato e, rigenerati come figli di Dio, si diventa membra di Cristo, ci si incorpora alla Chiesa e resi partecipi della sua missione", così dice il Catechismo della Chiesa cattolica (n. 1213).
Sicuramente, un infante di pochi giorni non ha modo di esprimere la propria volontà di 'rigenerarsi come figlio di Dio'. In origine, infatti, il sacramento del battesimo veniva impartito da adulti, se non in punto di morte, per essere 'il più puri possibile'.
Da notare, comunque, che il battesimo è un rito estraneo alla narrazione evangelica: gli unici passi espliciti (Matteo 28,19, Marco 16,15) sono spesso considerati aggiunte posteriori; ed i passi di Giovanni 3,22-26 sono contraddetti da Giovanni 4,1. Gesù, seppur battezzato da Giovanni, stando al Nuovo Testamento personalmente non battezzò mai nessuno, né tanto meno risulta siano mai stati battezzati gli apostoli.

Torniamo alla violazione della libertà personale del figlio:
La sentenza della Corte Costituzionale n. 239/84 ha stabilito che l’adesione a una qualsiasi comunità religiosa debba essere basata sulla volontà della persona, e questa non è ravvisabile in un bambino di pochi giorni di vita.
Possiamo dire che il battesimo, come stabilito dal canone 96 del Codice di diritto canonico, secondo il quale "mediante il battesimo l’uomo è incorporato alla Chiesa di Cristo e in essa è costituito persona, con i doveri e i diritti che ai cristiani, tenuta presente la loro condizione, sono propri, in quanto sono nella comunione ecclesiastica e purché non si frapponga una sanzione legittimamente inflitta" è incostituzionale? Secondo me Sì, possiamo tranquillamente dirlo.
Da notare, inoltre, come il diritto canonico e quello ordinario entrino in conflitto: al canone 868, un'assurda norma stabilirebbe che "il bambino di genitori cattolici e persino di non cattolici, in pericolo di morte è battezzato lecitamente anche contro la volontà dei genitori", in palese contrasto con l’art. 30 della Costituzione ("è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i propri figli").

Io sono battezzato (anche per i motivi elencati in apertura), agnostico (tendente all'ateismo) e laico (che non è la stessa cosa, ndr), e non do nessun valore al rito del battesimo.
Non capisco questa nuova moda anticlericale di sbattezzarsi: se per me non ha alcun significato quel rivolo d'acqua che mi hanno versato in fronte, non vedo perchè dovrei stracciarmi le vesti per liberarmene. Semplicemente, me ne infischio.
L'Apostasia, questo il nome clericale dello sbattezzo, è per il diritto penale della Chiesa cattolica, prefigurabile come un 'delitto' (Codice di diritto canonico, can. 1041); chi si proclama ateo e agnostico, è da considerarsi un apostata, e pertanto soggetto alla scomunica latae sententiae (can. 1364), un tipo di provvedimento canonico che si applica automaticamente, anche se la Chiesa non è al corrente del 'delitto' commesso.
Tutte cose che, come ho già detto, non mi interessano.
Vedo questa mania solo come un intendimento vendicativo.

Ho cercato per cui alcuni motivi CONCRETI per cui valga la pena farlo, e sul sito della UAAR ho trovato le loro ragioni:
1) PER COERENZA: se non si è più cattolici non v’è alcuna ragione per essere considerati ancora tali da chi non si ritiene più degni della propria stima;
(sì, è anche logico, ma ripeto che per me quel rito è equiparabile all'investitura di Guerriero di 3° Livello in una partita di Dungeons & Dragons, perchè dovrei perdere tempo per un'inezia del genere?)
2) PER MANDARE UN CHIARO SEGNALE a tutti i livelli della gerarchia ecclesiastica;
(a chi? Come disse Stalin, "quante armate ha il Papa?")
3) PER UNA QUESTIONE DI DEMOCRAZIA: troppo spesso il clero cattolico, convinto di rivolgersi a tutta la popolazione della propria parrocchia, “invade” la vita altrui (pensiamo alle benedizioni natalizie o, più banalmente, al rumore prodotto dalle campane). Si crea così una sorta di “condizionamento ambientale” e si diffonde la convinzione che bisogna battezzare, cresimare, confessarsi e sposarsi in chiesa per non essere discriminati all’interno della propria comunità. Abbattere questo muro, rivendicando con orgoglio la propria identità di ateo o agnostico, è una battaglia essenziale per vivere in una società veramente libera e laica;
(personalmente ritengo che la Democrazia sia un'altra cosa, mi sembra molto assimilabile al punto precedente, e comunque se non voglio la benedizione lo dico chiaramente e non faccio entrare il prete in casa)
4) PER LA VOGLIA DI FAR CRESCERE IL NUMERO DEGLI SBATTEZZATI, contrapponendolo alla rivendicazione cattolica di rappresentare il 96% della popolazione italiana;
(ma anche se fosse il 99,9%, chi se ne frega!)
5) PERCHE' SI FA PARTE DI GRUPPI MALTRATTATI DALLA CHIESA CATTOLICA: gay, donne, conviventi, ricercatori…
(e qui torniamo alla coerenza...)
6) PER RIVENDICARE LA PROPRIA IDENTITA' NEI PASSAGGI IMPORTANTI DELLA PROPRIA VITA. Non essere più cattolici comporta l’esclusione dai sacramenti, l’esclusione dall’incarico di padrino per battesimo e cresima, la necessità di una licenza per l’ammissione al matrimonio (misto), la privazione delle esequie ecclesiastiche in mancanza di segni di ripensamento da parte dell’interessato. Significa quindi non dover sottostare alle richieste del proprio futuro coniuge di voler soddisfare la parentela con un rito in chiesa, non vedersi rifilare un’estrema unzione (magari mentre si è immobilizzati), e avere la relativa sicurezza che i propri eredi non effettueranno una cerimonia funebre in contrasto con i propri orientamenti;
(una questione di orgoglio, quindi... torno a dire che sono ateo e laico, non antireligioso: non do alcun significato a sacramenti ed estrema unzione, per cui non mi interessa essere escuso od ammesso; per quanto riguarda il funerale, ovviamente, mi interessa ancora meno)
7) PER NON ESSERE CONSIDERATI, dalla stessa legge italiana, 'sudditi' delle gerarchie ecclesiastiche. Il Catechismo della Chiesa cattolica rammenta (nn. 1267 e 1269) che il battesimo "incorpora alla Chiesa" e "il battezzato non appartiene più a se stesso […] perciò è chiamato […] a essere obbediente e sottomesso ai capi della Chiesa". Qualora non lo siano, le autorità ecclesiastiche sono giuridicamente autorizzate a 'richiamare' pubblicamente il battezzato. Nel 1958 il vescovo di Prato definì "pubblici peccatori e concubini" una coppia di battezzati sposatasi civilmente. La coppia subì gravi danni economici, intentò una causa al vescovo e la perse: essendo ancora formalmente cattolici, continuavano infatti a essere sottoposti all’autorità ecclesiastica. Ogni prelato può dunque tranquillamente permettersi esternazioni denigratorie nei confronti dei battezzati: perché rischiare?
(a parte che non credo che queste regole siano in linea con le leggi dello Stato - a partire da "il battezzato non appartiene più a se stesso", che mi mette i brividi - che dicano quello che vogliono, sono comunque cittadini italiani e mi risulta che la calunnia e la diffamazione siano vigenti anche per loro)
8) PER UN VANTAGGIO ECONOMICO: se si è battezzati e capita di dover lavorare, anche saltuariamente, in Paesi come la Germania o l’Austria, si finisce per essere tassati per la propria appartenenza alla Chiesa cattolica, e in modo assai salato (anche 60 euro al mese su uno stipendio di 2.000 euro…).
(sicuramente un buon motivo. Me ne dovrò ricordare se andrò all'estero a lavorare...).

In conclusione, direi che, a parte il punto 8, l'unico filo conduttore che dovrebbe farmi sbattezzare è la COERENZA, indicata dai punti 1 e 5.
Sono il primo a rivendicare e difendere questioni di IDENTITA' ed ORGOGLIO, ma proprio in virtù del mio totale disinteresse per la questione (fede/religione), non credo valga la pena rosicare tanto per una cosa a cui non do nessun significato e valenza.
Riporto una riflessione che ho trovato e che ritengo possa in qualche modo rispondere alla mia domanda: "Per chi parla dell'inutilità di questo gesto: un conto è il non credere ad un po' di acqua spruzzata sulla fronte, un conto è essere numericamente conteggiati come appartenenti alla chiesa cattolica. La battaglia per lo sbattezzo è una battaglia combattuta su questo campo: all'ateo/agnostico/altro non interessa eliminare le tracce del proprio battesimo, ma uscire democraticamente da un'istituzione in cui non si riconosce."
Ci riletterò.

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A Me Sembra una Scemenza

Ovviamente, alla fine il tutto si ridurrà ad una questione di soldi. Ma sono le motivazioni a lasciarmi un po' scettico.
Al centro dello scandalo la nuova pubblicità della Cadbury, una fra le più grandi aziende alimentari del mondo: "Fatti più in là Naomi, c’è una nuova diva in città", lo slogan.
E la 'nuova diva' è, udite udite, una tavoletta di cioccolato.

Che la Cadbury abbia usato il nome di Naomi senza il suo permesso, e che per questo lei potrebbe procedere per le vie legali, ci sta.
Ma trovo ridicole le dichiarazioni piccate della Campbell: "Sono scioccata. È sconvolgente essere descritta come del cioccolato, non solo per me ma per tutte le donne e i neri. È offensivo e ingiurioso."
Neghiamo forse che il colore della sua pelle sia lo stesso del cioccolato? E' forse imputabile di razzismo affermarlo? Non credo, come non credo qualcuno addurrebbe simili pretesti ideologici per l'accostamento tra una bambina di carnagione chiara ed una mozzarella.
A voler essere più maliziosi, ha più senso lo stereotipato parallelismo tra donna e 'cosa-che-si-gusta-e-dà-piacere', ma lo trovo un po' forzato.

Sono anche scemenze come questa che sminuiscono il significato della Lotta al Razzismo, una sacrosanta battaglia di Civiltà, Progresso e Democrazia.

lunedì 30 maggio 2011

La Stampa si Ribella. Tranquilli, non in Italia

La Fape, la Federazione delle Associazioni dei Giornalisti Spagnoli, è sul piede di guerra.
"Sin preguntas no cobertura": senza domande nessuna copertura giornalistica. Questo lo slogan con cui il settore ha cominciato la sua protesta (che vanta già circa 8500 adesioni), disertando le conferenze senza domande, che "ostacolano il libero esercizio del giornalismo, indispensabile per la salute della democrazia".
I giornalisti spagnoli, inoltre, si impegnano a denunciare e segnalare pubblicamente i politici che convocano questi dibattiti frontali senza possibilità di approfondimento.

Se il politico non risponde, i giornalisti lo ignorano. L'informazione indipendente all'estero tira fuori le unghie contro una politica che tenta di imbrigliarla e zittirla.
E in Italia, quanti sarebbero disposti a fare una cosa del genere? (occhio, perchè 'conflitto d'interessi' è nella lista delle parole tabù...)

venerdì 27 maggio 2011

Ma Cosa mi Combini, Letizia!?

"Ahi, ahi, signora Moratti, lei mi è caduta sull'Ecopass!" parafrasando una delle più celebri gaffe di Mike Bongiorno, andiamo a commentare una delle ultime baggianate scivolate fuori dalla bocca della (ri)candidata a sindaco di Milano del PdL.

Durante lo pseudo faccia a faccia di ieri su Sky (pseudo perchè Pisapia non c’era), alla Moratti è stato chiesto a cosa si dovesse il suo voltafaccia sull'Ecopass: “Cos’è cambiato dopo il voto al primo turno?“
E lei, in perfetto stile berlusconiano, fa la sua sparata:
“(...) Non abbiamo esplicitamente detto che avremmo continuato Ecopass“.

Ah, no?
Peccato che sul programma si dica qualcosa di diverso:
'(...) 6. Mobilità sostenibile: prosecuzione delle misure per eliminare il traffico inquinante e rafforzamento delle misure di disincentivazione del traffico "normale" (Ecopass) (...)'

La Moratti è in affanno, e non sa ancora bene come gestire la situazione... credeva che vincere a Milano sarebbe stata una passeggiata, ma rischia di diventare la sua Caporetto.

La Deriva verso l'Inciviltà

Con l'avvento della politica urlata, caciarona e populista, basata sull'offesa, sulla volgarità, anche sulla calunnia, la pestilenza dell'inciviltà ammorba ogni altro settore. Così offendere, aggredire e discriminare diventa normale, e gli episodi di intolleranza, omofobia, razzismo, non ci toccano più.
Le scritte apparse nei giorni scorsi alla Bocconi, "I froci si curano a Zyklon B" (il gas utilizzato nei lager nazisti, ndr), dovrebbero far rivoltare stomaco e coscienza ad ogni italiano civile; e invece, vai in un qualsiasi bar di provincia, e, magari anche con qualche sorrisetto ironico, si imputa il gesto ai 'soliti quattro ignoranti'.
Solo che i soliti ignoranti sono molti di più, e crescono di continuo, non solo contro i gay, ma contro tutto ciò che è 'diverso'.

Meno male che c'è la Magistratura.
Non parlo di Toghe Rosse, PM Comunisti o altre amenità sentite in giro, ma della Magistratura Seria ed Onesta: a Segrate, un giudice ha condannato un imprenditore a due anni e mezzo di reclusione per razzismo verso un suo dipendente.
Anton R., 47 anni, originario dello Sri Lanka, è stato vittima delle vessazioni da parte del suo datore di lavoro: preso a calci e pugni per una semplice discussione su un giorno di ferie, umiliazioni di ogni tipo, "Negro non capace di lavorare ma capace di prendere soldi", "sporco negro", "vieni dal terzo mondo e non capisci niente" o il sempreverde "tornatene al tuo paese" sono alcune espressioni con cui era solito essere apostrofato.

Il gup, avvalendosi del rito abbreviato, ha condannato il titolare per il reato di maltrattamenti in famiglia (applicabile visto le piccole dimensioni della ditta), ed ha anche contestato l'aggravante razziale prevista dalla legge 1993 all'articolo 3, con cui si stabilisce un aumento della pena fino alla metà.
Nelle motivazioni contestuali al dispositivo ha parlato di "razzismo volgare", di "derive razziste per il solo motivo del diverso colore della pelle". "La deriva verso l'inciviltà non deve trovare proseliti in un luogo di lavoro".
Che sia finalmente giunto il momento di iniziare il recupero della Dignità e della Civiltà dimenticate con l'avvento della Seconda Repubblica?

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giovedì 26 maggio 2011

Quorum o Non Quorum?

Questione annosa quella del quorum per i referendum.
La Costituzione, all'articolo 75, comma 4, prevede che "La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi". Questo è il quorum, cioè il numero minimo di votanti, che è del 50%+1 degli aventi diritto.

Dal 1997 nessuna consultazione ha più raggiunto questo traguardo.
All'estero, sono pochissimi i paesi che prevedono questa clausola per attestare la validità di un referendum; ad esempio, in Svizzera e negli Stati Uniti, paesi che fanno ampio uso del referendum, specialmente a livello locale.
Molti propongono di abolire il quorum, rendendo valida la consultazione a prescindere da quanti vadano alle urne.
Anch'io, istintivamente, sarei propenso a una cosa del genere; ma poi mi viene in mente un altro problema, quello dell'informazione. Se abolissimo del tutto il quorum, chi controlla l'informazione (e direi che qui in Italia è un timore più che fondato, ndr) potrebbe decidere di non parlare della cosa, ed evitare che, magari, chi trarrebbe vantaggio dal voto, non lo sappia, ed a votare andrebbe solo pochi interessati e padroni del vapore.
Per questo, ritenzo azzardato abolire del tutto il quorum, ma sono favorevole ad un suo forte ridimensionamento, magari anche con una ripartizione locale: il 20% nazionale, con almeno il 10% di ogni regione. Questo, per avere una minima garanzia che a votare si siano recate le più diverse estrazioni sociali e territoriali.

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mercoledì 25 maggio 2011

Gesù Minaccia la Libertà dei Maltesi

Dovete sapere che a Malta non esiste il divorzio. Si può ricorrere alla 'separazione legale', che fa cadere l'obbligo di convivenza, ma i coniugi devono rimanere fedeli ed assistersi tra loro.
Ora, però, un referendum minaccia il 'matrimonio permanente' maltese: il 28 maggio i cittadini del piccolo stato europeo saranno chiamati a votare per introdurre il divorzio legale.

Ovviamente, il Clero si oppone. Diversi siti denunciano una vera e propria campagna intimidatoria contro la consultazione: una lettera, scritta da Mons. Paul Cremona insieme al vescovo Mario Grech di Gozo e al vescovo ausiliare Annetto DePasquale, incoraggia i cittadini a sostenere il matrimonio e la famiglia con il loro voto. Chiedono "di fare una scelta a favore del nostro Signore Gesù Cristo.” Essi hanno sottolineato che gli elettori “devono guardare attraverso i suoi occhi”, e “scegliere Gesù come il sentiero che conduce alla verità “. “Non ci sono altri sentieri per arrivare a questo”, hanno avvertito. “Ci auguriamo che, anche per quanto riguarda il referendum sul divorzio, che è in realtà un referendum sul matrimonio, il popolo sia guidato dalle parole di Gesù”. Un cristiano “deve tenere a mente che è responsabile dinanzi a Gesù della sua scelta”.
Io spero che il referendum passi, dando così la libertà alle persone di poter scegliere autonomamente, senza condizionamenti o gioghi religiosi; ma non mi faccio molte illusioni, in uno stato in cui il Cattolicesimo è riconosciuto come "religione di Stato".

La Religione Non ti Giustifica

Nello svolgere il suo ruolo di collaboratrice del programma educativo, Jennifer Keeton, anteponeva le proprie convinzioni omofobe alla professionalità, emettendo giudizi morali sulla sessualità di quanti si rivolgevano a lei e indicando quali erano i valori corretti da seguire. Manco a dirlo, per giustificare il suo comportamento, Jennifer ha tirato in ballo le proprie convinzioni religiose.
Lo scenario è l'Università Statale di Augusta in Georgia (USA).
L'istituto allora le ha chiesto di adeguarsi al protocollo stabilito, pena l’impossibilità di continuare a lavorare nel programma educativo e le ha offerto di partecipare a seminari sulla diversità. In tutta risposta, Jennifer si è rivolta al tribunale, con l'appoggio dell’Alliance Defense Fund, organizzazione religiosa legata a gruppi di 'ex-gay'.

Il verdetto, emesso dal giudice federale J. Randall Hall, dà ragione all'università, perchè "un’istituzione educativa dev’essere capace di esigere standard accademici", e sottolinea che "la liberà religiosa della Keeton non è stata minimamente violata dal momento che il comportamento dell’università è scaturito dall’incapacità mostrata dalla ragazza di svolgere il suo lavoro di consigliera in maniera etica e professionale, evitando, cioè, di imporre il suo punto di vista agli utenti e non rispettando, di fatto, il codice etico del programma".

Ecco un altro episodio di integralismo religioso in cui si tenta di imporre la propria visione del mondo sugli altri, e con la scusa della religione si pretende anche di piegare democrazia e giustizia.
La religione è una cosa strettamente privata, e non deve giustificare l'omofobia o la discriminazione, ma neanche (per citare qualche caso vicino a noi) la violenza sulle donne, il burqa o il crocifisso.

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Elisa Non ci Sta, e Lascia

"Non posso più rappresentare un telegiornale che ogni giorno rischia di violare i più elementari doveri dell’informazione pubblica come equilibrio, correttezza, imparzialità e completezza dell’informazione."
Con queste parole, Elisa Anzaldo, volto notturno del Tg1, annuncia la decisione di lasciare il telegiornale della prima rete Rai "Per motivi professionali e deontologici non ritengo più possibile mettere la faccia in un tg che fa una campagna di informazione contro".

La missiva, indirizzata al direttore Minzolini, risale all'11 maggio (ed è la seconda, la prima è datata 19 aprile, ma quella volta non ebbe seguito, ndr), ma dopo la multa di oltre 250 mila euro commissionata dall'Agcom la Anzaldo ha deciso di renderla pubblica.

E' sempre un giorno triste per l'Informazione (e per la Democrazia) quando un giornalista decide di lasciare per questi motivi. Solidarietà ad Elisa, con l'augurio che la tua Missione trovi presto altri approdi.

martedì 24 maggio 2011

Uguali o No?!

Per la Serie, i Coerenti: prima l'Onorevole Carlo Giovanardi si infuria per le allusioni omofile nella campagna pubblicitaria Ikea o nel videogioco The Sims, poi dice NO ad una legge contro l'omofobia, a suo dire incostituzionale, perchè "viola il principio di uguaglianza tra cittadini".
Si decida, o sono uguali o non lo sono.

Ci tengo a dire che ritengo vagamente sensato il suo ragionamento: perchè picchiare un omosessuale dovrebbe essere più grave che picchiare un etero?
Ma io guardo troppo avanti, forse. Spiegherò meglio il mio punto di vista in futuro, ma credo che per arrivare veramente ad una società libera ed aperta, siano necessarie delle 'forzature' legislative, che obblighino la società ad una presa di coscienza delle proprie debolezze, incanalandone crescita e maturità.
Allo stato attuale delle cose, quindi, sono pienamente a favore di una legge mirata contro gli episodi di omofobia e discriminazione. Esprimo tutta la mia solidarietà all'Onorevole Concia, che si è vista bocciare più volte una proposta che riuscisse a colmare questa lacuna, per poi dover rimandare a giugno tutto il progetto.

Oppure, CREDETE DAVVERO CHE I GAY SIANO MALATI? Allora siate coerenti, la soluzione è questa.

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lunedì 23 maggio 2011

Inciuci Siculi

Giro su FareProgresso un comunicato di Giuliano Curcio, che denuncia un imminente inciucio nell'amministrazione provinciale di Caltanissetta.

Alla Provincia di Caltanissetta,la maggioranza di centrodestra barcolla ma non cade. E nel frattempo cosa succede? Iniziano le prove tecniche per l’ingresso in maggioranza del Pd. Quindi problemi su problemi. Rimpasti su rimpasti. Poltrone su poltrone. Si continua a parlare di rilancio e non si dice che è solo un papocchio. Scusate, ma che altra definizione potrei trovare? Siamo seri. Dimenticate per un momento le vostre convinzioni politiche e le simpatie personali, riflettete un minuto. Un’opposizione credibile e seria avrebbe chiesto le dimissioni del Presidente e della sua maggioranza. Invece no. Si approfitta dei conflitti interni per tentare di passare dalla parte del potere, delle prebende, delle poltrone. L’interesse collettivo non serve a nulla. In questi giorni di inutile e frenetica rincorsa alla poltrona un paradosso scuote alcuni increduli elettori: dov’è finito il centro sinistra. Ma non è dato sapere quali strategie e sottili tattiche politiche abbiano portato a decidere al Pd che questa scelta è l’unica vincente! Tutti si nascondono dietro la solita frase: “Per il bene della nostra Provincia”. Una frase che serve a giustificare intollerabili ed inqualificabili scelte sul piano della politica, della logica, della coerenza, dell’etica e della morale. Perchè non dicono che si sono avviati a castrare un’area politica, organizzando disinvoltamente un processo degenerativo della politica: non uniti ma divisi fino all’annientamento l’uno dell’altro! Ma che bella faccia tosta : hanno truffato gli elettori e adesso pretendono pure l’applauso. Ancora non si rendono conto che in Sicilia il loro partito è in stato confusionale. Si sono trasformati da opposizione strisciante e compiacente in forza di maggioranza e di governo nel Lombardo-ter e allo stesso modo vogliono fare con la Provincia nissena. Quindi nonostante le parole sembra proprio che il Pd nisseno il suo obiettivo lo ha raggiunto: in giunta collocherà tre assessori e, per suo tramite, proverà a governare questa Provincia. E’ una autentica vergogna tradire i suoi elettori e quelli della coalizione di centro sinistra, per fare posto a coperture,clientele, affari, scambi di voti e frequentazioni indecenti. Sappiamo bene tutti che nella nostra Provincia, la politica non è certo il maggiore esempio di coerenza e di onestà intellettuale, quindi nessuno si meraviglia più delle migliaia di promesse e impegni non mantenuti. Quindi non meravigliamoci se anche noi abbiamo i nostri “Scillipoti” che attraversano tutte le correnti politiche in cerca della poltrona più comoda. Tanto le poltrone sono lì. Silenziose. Al momento sembrano abbandonate. Nessuno, al momento, le occupa. Così i posti in Giunta promessi dal presidente della Provincia al PD rimangono vacanti, in attesa che il partito scelga i nomi dei nuovi assessori. Purtroppo la miopia politica ha infettato questi presunti strateghi: che da vicino ci vedono benissimo, ma a guardare lontano non ci pensano, tanto loro sono abituati ad avere il capo chino, la testa non la alzano mai..

Giuseppe Curcio

Niente Oscar per Franca Rizzi

Parla Shirin Kieayed, testimone dell'aggressione denunciata da Franca Rizzi da parte di facinorosi sostenitori di Pisapia, raccontate a Radio Popolare e riportate da Repubblica.

"Ho deciso di espormi con nome e cognome perchè ho assistito direttamente a quanto avvenuto ieri al mercato di via Osoppo (...) Ho sentito la voce dei sostenitori di Pisapia e di quelli della Moratti che cercavano di sovrastarli. Una signora, che poi è la donna che ha denunciato l’aggressione, si è avvicinata a uno dei sostenitori di Pisapia cercando di farlo tacere, strattonandolo e tirandolo per un braccio. Lui si è girato e le ha risposto ma non l’ha spinta, nè colpita. Lei si è seduta a terra di propria volontà. Una volta seduta ha cominciato gridare di essere stata aggredita. Questo racconto sono pronta a ripeterla."

In tema di aggressioni fasulle, mi sa che la signora Rizzi ha ancora molto da imparare; meglio che prenda ripetizioni da Belpietro (il suo caso risale alla notte del 1° ottobre 2010, conclusosi con l'archiviazione).

C'era una volta l'articolo 416-ter del Codice Penale

Sdoganato ormai anche il 'Voto di Scambio'.
Siamo solo al weekend prima dei ballottaggi, e i Milanesi sono sommersi dalle promesse elettorali: sosta gratis sulle strisce blu per i residenti; ampliamento degli orari di carico e scarico per i commercianti; spostamento a Milano di un paio di ministeri (così magari servono anche 2 o 3 messi in più per portare gli atti da Roma al nord, a spese ovvio dei contribuenti); spostamento di una rete Rai o di un Tg a Milano; istituzione di una “no tax area” per alcune categorie produttive ancora da definire; azzeramento dell’Ecopass.

Dopo la campagna terroristica contro l'avversario rosso e matto, un bel voto di scambio in stile mafioso, per non farci mancare niente

Moratti Senza Vergogna

"Con la sinistra ecopass per tutti a 10 euro. Letizia invece lo ha abolito.".

Senza parole. Sono circa una ventina d'anni che la sinistra non governa Milano, e Letizia Moratti è in carica come sindaco già da 5: l'Ecopass lo ha introdotto lei nel 2008, e, nonostante i manifesti , mi risulta sia ancora attivo.
Siamo arrivati alla menzogna vera e propria, passando dalla diffamazione e dal Metodo Boffo, abbiamo toccato il punto più basso della comunicazione e del confronto.

giovedì 19 maggio 2011

Il Nuovo Vento dice anche Altre Cose

Uno dei risultati più clamorosi della tornata elettorale appena passata è la frana che dal Vesuvio si è abbattuta sul PD.
A Napoli, il candidato scelto dai democratici (peraltro con delle primarie chiacchierate), si ferma al 19,15% dei voti, quasi doppiato da De Magistris, candidato di IDV e FDS, col 27,5%, che sfiderà al ballottaggio il candidato del centrodestra, Lettieri.
Sarebbe facile imputare il successo dell'ex-magistrato alla sua indubbia fama; anche a Novara, infatti, IDV e PD (alleato con SeL, però) correvano divisi, ma Pace, candidato dipietrista, ha raccolto appena il 2,8% dei consensi.
Da Cosenza viene un altro segnale: ad andare al ballottaggio saranno infatti Occhiutto (PDL e Lega) e Paolini (SeL). Il candidato democratico, Perugini, è arrivato a malapena al 16%.
A Grosseto, invece, paga e porta al ballottaggio Emilio Bonifazi, nome su cui c'è l'intesa tra PD e UDC.

Cosa evidenziano questi dati?
Che il PD non rappresenta più la sinistra, e che per darsi un'identità ha bisogno degli alleati che gli 'prestino' i connotati. Un PD perennemente in bilico tra centro e sinistra, tentato dal corteggiamento all'UDC ma che allo stesso tempo tira per la sottana SEL, IDV e FDS.
Spero che Berlusconi non cada (Sorpresi? Il perchè lo spiego qui), ma se questo accadesse mi auguro si trascini nella fossa anche questa massa di politicanti ambigui e senza nome.

Zero Punti all'Italia

L'ILGA (International Lesbian and Gay Association) è un'associazione internazionale che riunisce più di 400 gruppi omosessuali e lesbici di tutto il mondo; conduce campagne per i diritti gay, sulla scena internazionale dei diritti umani e civili, e presenta regolarmente petizioni alle Nazioni Unite e ai governi.
Giorni fa l'ILGA ha stilato la classifica dell'indice Rainbow dei vari stati (europei), nella quale analizza la condizione di vita delle persone lgbt; questo indicatore prende in esame solo le leggi che ci sono in un determinato paese, non il clima sociale: tra gli altri, la presenza o meno delle leggi anti discriminazione, il riconoscimento legale delle persone transessuali, il riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso, la lotta ai crimini di odio, il diritto di riunione e associazione per le persone lgbt e via dicendo. Per ogni categoria si dà un punto positivo o negativo: si può andare da un -7 (violazione dei diritti e discriminazione generalizzata) a 17 (completa uguaglianza legale).

Questi i primi 10 posti:
1) Regno Unito: 12,5 punti (il mezzo punto è dovuto al fatto che le leggi che contemplano i crimini di odio contro le persone transessuali si applicano solo in Scozia)
2) Spagna e Svezia: 12 punti
3) Belgio, Germania, Norvegia, Paesi Bassi e Portogallo: 10 punti
4) Danimarca e Islanda: 9 punti
5) Ungheria: 7 punti
6) Austria, Croazia e Finlandia: 6 punti
7) Francia, Irlanda e Slovenia: 5 punti
8) Andorra, Lussemburgo e Svizzera: 4 punti
9) Repubblica Ceca: 3 punti
10) Albania, Bulgaria, Estonia, Grecia, Montenegro, Romania e Serbia: 2 punti

E l'Italia? Per trovare il belpaese dobbiamo scendere ancora di 2 tacche, sorpassati da altre 5 nazioni:

11) Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Lituania, Polonia e Slovacchia: 1 punto
12) Italia, Lettonia e Malta: 0 punti
13) Georgia: -1 punto
14) Armenia, Azerbaigian, Cipro, Liechtenstein, Macedonia, Monaco, Russia, San Marino, Turchia e Vaticano: -2 punti
15) Bielorussia e Moldavia: -3 punti
16) Ucraina: -4 punti

Zero il punteggio ottenuto dall'Italia, Zero per una politica bigotta, filoclericale, oscurantista, arretrata e reazionaria.

mercoledì 18 maggio 2011

Non Basta Più Siano Solo Indagati

I tempi cambiano, ed anche la morale politica scende sempre più verso il basso.
Non bastano più i pregiudicati e gli inquisiti nelle liste elettorali, ora arriviamo ai carcerati eletti.
E' la storia di Armando Chiaro, neoconsigliere comunale di Quarto flegreo in quota PdL: l'uomo è stato arrestato nelle scorse settimane con l'accusa di essere un prestanome del clan camorristico Polverino ed è attualmente in carcere. Eletto con ben 385 preferenze.

La Senatrice campana del Partito Democratico Maria Fortuna Incostante è la prima a denunciare la vicenda: "È certamente grave che questa persona abbia raccolto un consenso tale da poter sedere in consiglio. Ma è altrettanto inaccettabile il silenzio dei dirigenti di fronte a questa vicenda. Perché i vertici del partito di Chiaro non si dissociano da questo 'successo' che contribuisce ad accrescere la zona d’ombra attorno al Pdl in Campania? Il Pd non consentirà che su questa vicenda cali il silenzio e, soprattutto, si batterà affinché non si consegni Napoli a questa destra".
Teresa Armato, altra senatrice PD, componente della commissione Antimafia, già la scorsa settimana aveva presentato una interrogazione urgente sulla vicenda alla presidenza del Consiglio dei ministri e al ministro dell'Interno Roberto Maroni. Ora arriva da parte sua un'altra interrogazione parlamentare per chiedere al Governo di verificare che le elezioni del 15 e 16 maggio si siano svolte "senza condizionamenti da parte della criminalità organizzata".

Va comunque sottolineato che Massimo Carandente Giarrusso, il nuovo sindaco di Quarto flegreo del Pdl, aveva dopo l'arresto preso pubblicamente le distanze da Armando Chiaro, ed aveva chiesto ai concittadini di non votarlo.
Un gesto che sicuramente merita apprezzamento, ma che senza opportuni meccanismi legali ed elettorali che preservino l'integrità morale delle liste, si riduce a parole al vento.

Usura Libera

'Largo alle banche e ai privati' questa la sintesi estrema del decreto sullo sviluppo presentato ed approvato il 5 maggio scorso da Tremonti al Consiglio dei Ministri.
Dopo la norma salva banche e l'anatocismo autorizzato (ossia il ricalcolo degli interessi sugli interessi), arriva l'innalzamento dei tassi di usura, dal 4% al 7%.
"La soglia del tasso di usura risultava particolarmente penalizzante" spiega Giuseppe Mussari, presidente dell'Abi "per una parte della clientela che aveva un un profilo di rischio più elevato - nei fatti gli precludeva l'accesso al credito bancario e - rischiava di farla finire nel circuito illegale".
Era un vero peccato non (poter) approfittare di tutte quelle persone che a causa di qualche difficoltà non venivano ben accolte dalle banche... e voilà, si alza allora il tasso di usura così da abbassare il rischio per le banche e facendo credito ai preclusi.

Un ragionamento che con l'usura non c'entra niente:
Si considera usura la pratica consistente nel fornire prestiti a tassi di interesse considerati illegali, socialmente riprovevoli e tali da rendere il loro rimborso molto difficile o impossibile, spingendo perciò il debitore ad accettare condizioni capestro poste dal creditore a proprio vantaggio, come la vendita a un prezzo particolarmente vantaggioso per il compratore di un bene di proprietà del debitore, oppure spingendo il creditore a compiere atti illeciti ai danni del debitore per indurlo a pagare.

Insorge Federcontribuenti: "Queste sono affermazioni folli" dice Finocchiaro, numero uno dell'associazione "si parla di usura e anatocismo in tv e sulla stampa come fossero pratiche legali, quando invece sono illegali e perseguibili per legge. Possibile nessuna voce dal Colle si alzi?"
Quando il decreto passerà dal Parlamento "ci aspettiamo che tutta l'opposizione, compatta, si opponga a questo decreto" perchè "ha il dovere di impedire quest'ennesimo attacco agli italiani".
Tra stipendi inadeguati, inflazione galoppante, tasse sempre più care per servizi pubblici sempre peggiori, tali da spingere le persone verso i servizi privati, i contribuenti italiani sono allo stremo. Un decreto sullo sviluppo degno di questo nome dovrebbe interessarsi dei reali problemi degli italiani e invece, ancora una volta, si è pensato agli interessi delle banche e dei privati.

martedì 17 maggio 2011

17 maggio, Giornata Mondiale contro l'Omofobia e la Transfobia

Il 17 maggio del 1990 l'omosessualità veniva tolta dall’elenco delle malattie mentali dall’Organizzazione Mondiale della Sanità; per questo, nata nel 2005 e istituita ufficialmente nel 2007, oggi è la Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia.

Da quel giorno di vent'anni fa sono cambiate tante cose: molti paesi nel mondo hanno depenalizzato l'omosessualità, altrettanti hanno regolamentato le unioni civili, il matrimonio o l'adozione per le coppie gay.
In Italia invece siamo fermi al palo, al momento aggrappati ad una blanda legge anti-omofobia che dovrebbe essere discussa il 23 maggio. Anche in tema di diritti civili, siamo costretti a mendicare un po' di Civiltà da Cassazione e Corte Costituzionale (qui e qui).

Omofobia e Transfobia, come il Razzismo, sono solo facce del dado dell'Intolleranza, dell'Odio per il Diverso; possiamo nascondere la testa sotto la sabbia, relegando il tutto ad una questione di "Mentalità", "Maturità" e "Crescita della Società", ma fino a quando anche la Legge non considererà davvero Uguali Tutte le Persone, possiamo scordarci che la società cominci ad evolvere.

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Sbattuti Fuori

Il nostro paese è stato cacciato dal Fondo globale, un partenariato internazionale che si occupa di raccogliere e distribuire risorse per prevenire HIV, malaria e tubercolosi; l'organizzazione finanzia oltre 600 progetti in 140 paesi del mondo.
L’Italia non ha versato né i 160 milioni di dollari annunciati da Berlusconi per il 2009, né i 183 milioni per il 2010 (però poi ci permettiamo di spendere 300 milioni di euro per non accorpare elezioni e referendum).
Degli oltre 40 paesi donatori il nostro è l’unico a non aver ancora versato la quota del 2009: un miliardo di dollari è arrivato dagli Stati Uniti, 400 milioni dalla Francia, 184 dalla Gran Bretagna, 57 dalla Russia, ZERO dall’Italia.
E così, l’insolvenza ci è costata il posto nel consiglio di amministrazione: siamo stati ufficialmente esclusi, non avendo pagato per due anni, lasciando così il posto alla Francia.

Ma non è finita qui: a luglio Roma ospiterà la Conferenza mondiale sull’Aids, con Berlusconi, in quanto Primo Ministro, imbarazzato padrone di casa.
Lo ricordate, quando prometteva di sconfiggere addirittura il cancro? Ecco ora sulla scena internazionale cosa rimane di quelle folli frasi da campagna elettorale.

giovedì 12 maggio 2011

Il Signore è Pronto per Ordinare?

Ho già parlato della proposta presentata dall'Onorevole Gargagnani (qui) in merito alla guerra contro i 'prof politicizzati', ma nel documento c'è un altro passaggio interessante. Che mette a rischio, stavolta, la laicità dell'istruzione.
Modificando il Testo unico sulla scuola, si prevede anche una norma che specifichi come l’insegnamento della religione non possa essere considerato semplicemente "lo studio della storia delle religioni".
Per cui, inculcazione forzata della Bibbia e dei Valori Cattolici. Che, come ho già scritto (qui), non sarebbe neanche un'eresia, se fossero però inseriti in un contesto sociale e laico corretto, senza troppi 'amen' di mezzo.

Io sono dell'idea che la religione, se uno vuole, se la studia per conto suo, a catechismo, in convento, o dove gli pare. Ma non a scuola.
'La Storia delle Religioni' potrebbe essere un buon compromesso, anche se qualche dubbio me lo lascia ancora: in questo modo, sembra quasi sia obbligatorio seguire una religione, scegliere un piatto dal menù, ma non è così, si vive benissimo anche senza alcun amico immaginario in cui credere o pregare.
Inoltre, di religioni ne esistono talmente tante che come si fa ad essere democratici su questo? Cristianesimo (nelle sue varie declinazioni, poi: Cattolicesimo, Ortodossia, Protestantesimo...), Islamismo, Buddismo, Ebraismo, Induismo, Bahá'í, Confucianesimo, Shintoismo, Sikhismo, Taoismo, Zoroastrismo, Ananda marga, Bambini di Dio, Chiesa dell'unificazione, ISKCON, Meditazione trascendentale, Movimento raeliano, Organizzazione Sathya Sai, Rastafarianesimo, Rajneeshismo, Sahaja Yoga, Scientology, Soka gakkai, Wicca, Sciamanesimo, Pastafarianesimo..

Meglio, a questo punto, un incontro annuale del tipo:
"Esiste una cosa chiamata Religione, qualcuno ce l'ha, qualcun'altro no. Con la Religione, nei secoli passati, si cercava di dare risposta a quello che, a causa della mancanza degli strumenti tecnologici di oggi, non si poteva spiegare."
Ed il tutto, in un'aula senza crocifisso.

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Dalle Parole ai Fatti

Poche settimane fa il Premier aveva tuonato con gli insegnanti di sinistra che ”inculcano negli studenti valori diversi da quelli della famiglia”, ed ora arriva l'apposita proposta di legge, firmata Gargagnani, deputato PdL.
“L’importante" dice il parlamentare "era inserire nel Testo unico sulla scuola il divieto di fare ‘propaganda politica o ideologica’ per i professori”.
Ha imparato bene la lezioncina del Capo “La propaganda politica non può trovare tutela nel principio della libertà dell’insegnamento enunciato dall’Articolo 33 della Costituzione. Un conto infatti è tutelare la libertà di espressione del docente, un’altra è quella di consentire che nella scuola si continui a fare impunemente propaganda politica”.
La proposta, nel dettaglio, inserisce un nuovo articolo (il 490 bis) nel decreto legislativo 297/1994, che precisa che “il docente dovrà astenersi in ogni caso da qualunque atto di propaganda politica o ideologica nell’esercizio delle attività di insegnamento anche di carattere integrativo, facoltativo od opzionale”.
A vigilare sull'applicazione della norma, che prevede per i trasgressori la sospensione per almeno 1 mese, dovrà essere il dirigente scolastico.

Credo che una regola del genere, che appare anche giusta nelle intenzioni, rischia però di far diventare troppo asettica l'istruzione: quando ho studiato alla scuola elementare la storia della Resistenza, ricordo con tenerezza Polda (la nostra maestra) che ci raccontava la guerra vista dai suoi occhi di bambina, lasciandosi anche andare a commenti o annotazioni del tutto personali, ma che rendevano la narrazione più viva e coinvolgente.
Con la proposta Gargagnati, forse, anche dire "Hitler ha barbaramente sterminato decine di milioni di Ebrei" suonerà come una frase di propaganda contro il nazismo.

Un altro aspetto della proposta è qui.

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mercoledì 11 maggio 2011

Testamento Biologico Differito

Si è alzato tanto polverone su questo provvedimento, ed il tema della 'difesa della vita' è diventata un'arma nelle mani della maggioranza per cavalcare i valori cattolici (intendiamoci, credo che a pochi interessino questi valori tanto sventolati, penso siano solo strategismi per arruffianarsi il sostegno elettorale).
Ora, però, vorrei dire la Mia. Perchè il mio è un ragionamento un tantino diverso da quello stereotipato degli anarcoradicali.
Difendo anch'io, assolutamente, la libera volontà dell'individuo, ed il suo diritto di morire qualora lo voglia, ma non baso la mia idea di testamento biologico ed eutanasia sulla diagnosi (coma o stato neurovegetale), ma sugli effetti.

Non ne parlo da assoluto digiuno in materia: se avessi lasciato un testamento biologico in cui chiedevo di sospendere cure, alimentazione e idratazione in caso di coma o stato vegetativo, forse non sarei nemmeno qui a scrivere.
A seguito di un incidente stradale, anni fa, ebbi un trauma cranico che mi fece cadere in uno stato comatoso classificato come molto profondo ed irreversibile. Ai primi segni di risveglio, qualche medico pronotiscò (ai miei cari, vi lascio immaginare lo shock) uno stato vegetativo permanente, a seguito dei danni fisici e neurologici riscontrati.
Ora, se avessi lasciato un testamento biologico, avrei sicuramente chiesto la morte piuttosto che una vita in quelle condizioni. Il giorno dopo l'incidente, se fosse stato legale, via tutte le spine, e addio Enea.

Credete che se Eluana, dopo 17 anni legata ad un letto, si fosse svegliata, avrebbe ripreso la sua vita normale? Non sono un medico, ma credo che ormai la sua struttura corporea (muscolare, per dirne una) fosse irrimediabilmente compromessa, devastata da un'atrofia che la blanda ginnastica passiva fisioterapica è incapace di contrastare.
Per questo, io sono favorevole ad un testamento biologico 'differito', che dia corso alle legittime volontà del paziente, ma solo dopo un certo lasso di tempo, preservando cioè la volontà di avere una vita normale e dignitosa.

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lunedì 9 maggio 2011

Silenzio, Se No Ci Vanno

Giro su FareProgresso una nota diffusa da Mariachiara Alberton, ricercatrice di diritto ambientale e mancata collaboratrice di Radio Rai relativa ai referendum che si terranno il mese prossimo.

Ciao a tutti,
confermo la necessità di questo passaparola, aggiungendo che si tratta di informazione per ri-affermare i diritti costituzionalmente garantiti . Il dramma è che sembra la maggior parte della popolazione non sia consapevole di quanto sta avvenendo.
Quello che Vi porto è solo un piccolo esempio. Sono una ricercatrice, mi occupo di diritto ambientale e di risorse idriche. Ieri mattina dovevo intervenire ad un programma RADIO RAI (programmato ormai da due settimane) per parlare del referendum sulla privatizzazione dell’acqua e chiarirne meglio le implicazioni giuridiche.
‘E arrivata una circolare interna RAI alle 8 di ieri mattina che ha vietato con effetti immediati a qualunque programma della RAI di toccare l’argomento fino a giugno (12-13 giugno quando si terrà il referendum), quindi il programma è saltato e il mio intervento pure.
Questo è un piccolo esempio delle modalità con cui “il servizio pubblico” viene messo a tacere e di come si boicotti pesantemente la possibilità dei cittadini di essere informati e di intervenire (secondo gli strumenti garantiti dalla Costituzione) nella gestione della res publica. Di fronte a questa ennesima manifestazione di un potere esecutivo assoluto che calpesta non solo quotidianamente le altre istituzioni, ma anche il popolo italiano di cui invece si fregia di esser voce ed espressione, occorre riappropriarci della nostra voce prima di perderla definitivamente.

Il referendum è evidentemente anche questo!

Mariachiara Alberton

RICORDATEVI CHE DOVETE PUBBLICIZZARLO VOI IL REFERENDUM… perchè il governo non farà passare gli spot ne’ in Rai ne’ a Mediaset.
Sapete perché ? Perché nel caso in cui riuscissimo a raggiungere il quorum lo scenario sarebbe drammatico per i governanti ma stupendo per tutti i cittadini italiani: Vi ricordo che il referendum passa se viene raggiunto il quorum. E’ necessario che vadano a votare almeno 25 milioni di persone
Il referendum non sarà pubblicizzato in TV. I cittadini, non sapranno nemmeno che ci sarà un referendum da votare il 12 giugno. QUINDI : I cittadini, non andranno a votare il referendum.
Vuoi che le cose non vadano a finire cosi ? Copia-incolla e pubblicizza il referendum a parenti, amici, conoscenti e non conoscenti.
Passaparola!"

Ritengo scandaloso che un Governo si spenda per impedire che un referendum tanto importante raggiunga la validità. Un Governo, peraltro, che rivendica ad ogni pié sospinto il mandato ricevuto dal voto popolare, con cui giustifica ogni azione ed ogni colpa gli venga attribuita.

giovedì 5 maggio 2011

Alla Rai si Barattano i Diritti dei Cittadini

La Commissione di Vigilanza sulla Rai ha finalmente approvato il regolamento sull'informazione pubblica per i referendum. Dal 4 aprile si tentava, ma per sette sedute l'ostruzionismo della maggioranza, facendo mancare il numero legale, ha rinviato la delibera.
L'Onorevole radicale Marco Beltrandi non ha votato il regolamento, perchè "troppo restrittivo nella parte in cui decide gli aventi diritto alla tribune referendarie, mette l’obbligo di due parlamentari quando ne è sempre bastato uno".
il Governo punta a non far avere il quorum ai quesiti, e tenta di raggiungere l'obiettivo boicottando l'informazione, anche approvando leggi o decreti sul nucleare e forse anche sull'acqua confondere e far credere che i quesiti non ci siano più. Non far approvare il Regolamento Rai, il silenzio tv, era appunto una parte del piano.

Come si è arrivati all'approvazione? Calendarizzando in cambio l'atto di pluralismo Butti (ne parlo qui), che impone regole assurde per lo svolgimento di talk-show e programmi politici in genere.
La cosa più grave, fa notare Vincenzo Vita (Pd), è che l'atto impone che "i partiti parlino a seconda della percentuale di voti ottenuta: è la cristallizzazione del consenso elettorale. È mostruoso".
Il voto sul bavaglio Butti si terrà tra il 17 e il 19 maggio, ha assicurato il presidente Zavoli.

Il regolamento approvato consta di undici articoli, ed obbliga il servizio pubblico a trasmettere:
- tribune referendarie, "con il dovere di prevederli anche nelle fasce orarie di massimo ascolto (18-22 e 30)";
- messaggi autogestiti, spot e trasmissioni di approfondimento dedicate al tema dei referendum;
- l’informazione nei telegiornali.

E' interessante notare come, all'inizio di marzo, fu proprio Beltrandi con il suo voto ad impedire l'accorpamento di amministrative e referendum (ne parlo qui).
Prima ci fa spendere centinaia di milioni di euro in più, poi si batte per i nostri Diritti.

Peggioriamo Ancora, in Balia dei Predatori

Anche quest'anno arriva la Classifica sulla Libertà d'Informazione nel mondo, stilata da Freedom House, un ente di ricerca, non-profit e indipendente, con sede a Washington, che si pone l'obiettivo della promozione della democrazia liberale nel mondo.
L'anno scorso (qui) eravamo al 72° posto, a pari merito con Tonga. Nel 2011 peggioraimo ancora, e scendiamo al 75°, a pari con la Namibia e sorpassati dal Benin. Con la Turchia, siamo l'unico paese europeo catalogato come 'parzialmente libero' (sarei tentato di aggiungere un "nonostante abbiamo al potere il più grande liberale degli ultimi 130 anni", ma non voglio sembrare insistente, ndr).
Con il rapporto, sono stati censiti anche i 38 'predatori della libertà di stampa': per l'Italia troviamo la Criminalità Organizzata, e non manca un'allusione al nostro Primo Ministro che dichiarò che 'avrebbe voluto strozzare scrittori e autori di cinema che davano una cattiva immagine dell’Italia parlando di mafia e camorra'.

mercoledì 4 maggio 2011

E Meno Male che ha Detto "Per Fortuna"

Renato Brunetta, Ministro della Pubblica Amministrazione, così risponde ad un giornalista (di Libero, ndr) che ha chiesto dello scandalo Ruby che ha travolto Berlusconi: "Mai, nella storia del Paese, la vita privata era entrata nella vita politica come elemento centrale. Avere presidenti del Consiglio democristiani notoriamente gay non ha destato, per fortuna, alcuno scandalo."
Cominciamo col dire che non ricordo presidenti così 'notoriamente' omosessuali: Vendola mesi fa fece qualche illazione, si aprirono diversi totogay, ma non ho notizie di omosessuali accertati ai vertici del Governo ai tempi della DC.
E comunque, chi se ne frega.

Cosa c'entra l'organizzare festini con prostitute (anche minorenni), con l'essere gay? E' un reato, forse? In quel caso sarebbe giustificata l'intromissione nella vita privata, è questo che Brunetta voleva intendere?
Non lo so e non mi interessa cosa intendesse, ma lui e tutti gli altri, che vogliono ergersi a difensori della Libertà, devono smetterla di sibilare queste atrocità bigotte ed antidemocratiche.

Scuse? E di che?

Beccati a giocare o su siti di mignotte con l'iPad. Sono diversi i parlamentari pizzicati in pieno cazzeggio durante i lavori dell'Aula, come ad esempio l'On. Simeone Di Cagno Abbrescia (PdL), immorlatato mentre consultava un sito di escort, o l'On. Roberto Menia (FLI), che giocava a Super Mario Bros.

Che si siano scusati? Ma figurati. Anzi.
"Chiediamo ai questori di Montecitorio - per evidenti motivi di privacy - di far interdire dal Parlamento le macchine fotografiche provviste di obiettivi da 400 millimetri, e cioè quelli che permettono di zoomare sugli schermi dei nostri dispositivi portatili."

Il ragionamento sotteso alla dichiarazione, non è molto lontano da una legge ad personam.

martedì 3 maggio 2011

Miracoli alla Larga!

Una visione inedita dei miracoli cristiani emerge dalle affermazioni della deputata Michaela Biancofiore del Pdl: "L’eliminazione da parte delle forze Usa dello sceicco del terrore Bin Laden all’indomani della beatificazione di Giovanni Paolo II può essere letta come un nuovo enorme miracolo per il mondo regalato dal Papa più amato che tanto tuonò contro la rete del terrore in particolare ammonendola con le parole ‘il male è accompagnato sempre dal bene’, volendo con ciò affermare che dietro il male spuntano sempre il bene e la giustizia universale, come dimostrato in queste ore".
Definire "Miracolo" la morte di un uomo non mi sembra molto in linea con i 'valori cristiani' di cui si riempiono la bocca la Biancofiore ed i suoi colleghi.
Evviva l'amore universale e la pietà cristiana!

Una volta c'erano gli invalidi che ricominciavano a camminare o i ciechi che recuperavano la vista, ora ci sono le persone che muoiono.
Se questa è la nuova generazione di Miracoli, speriamo non me ne capitino mai!

Buon 3 Maggio a Tutti: Giornata Mondiale della Libertà di Stampa

Oggi è il 3 maggio 2011, ventesimo World Press Freedom Day: è la giornata mondiale della libertà di stampa. Vent'anni fa, il 3 maggio 1991 veniva stilata la Dichiarazione di Windhoek, una carta destinata a delineare il futuro degli stati africani in tema di libertà di stampa.
Naturalmente nella Dichiarazione di Windhoek manca qualcosa: internet, le libertà digitali, le infinite possibilità che la rete offre alla libertà di espressione e di stampa erano inimaginabili vent’anni fa.
Inoltre fa un certo effetto notare come questa dichiarazione, pensata per l’Africa del 1991, si adatti bene all’Italia del 2011.

Il primo punto riprende la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo: sostiene che la presenza di una stampa libera, indipendente e pluralistica sia essenziale allo sviluppo e al mantenimento della democrazia di una nazione, oltre che a quello economico.
Il secondo punto spiega cosa si intenda per stampa libera: una stampa indipendente da controllo governativo, politico, economico.
E già qui, nell'Italia di oggi, qualcuno potrebbe cominciare ad abbassare gli occhi per il senso di colpa.
Un'altra stoccata al nostro paese viene dal terzo punto della Dichiarazione: per stampa pluralistica, intendiamo la fine dei monopoli di ogni tipo, e l’affermazione del maggior numero possibile di quotidiani, magazine, e periodici che riflettano il raggio più ampio possibile di opinioni della comunità.

Se nel mondo si festeggia questa ricorrenza, in Italia, dove l'informazione libera è schiacciata dagli oligopoli mediatici e dal più grande conflitto d'interessi dell'occidente, non credo si possa fare lo stesso.

Partito delle Aziende, Spunti Interessanti

Forse qualcuno non lo sa, ma c'è un nuovo partito che si sta facendo spazio nel poco affollato spazio del centrodestra.
Parlo del PDA, il Partito delle Aziende; un nome cacofonico che suppongo dovrebbe rappresentare il nuovo approdo per gli idealisti orfani di un liberalismo mai nato in seno al pensiero berlusconiano (ne parlo qui).

Il Partito delle Aziende nasce il 26 marzo a Padova ad opera di tal Fabrizio Frosio. Non chiediamoci chi è questo Frosio (che è meglio), ma concentriamoci sugli ideali e sul programma di questa nuova formazione.
Nella Carta dei Valori cominciamo male: un partito autenticamente liberale non "si fonda sui valori della cultura e della tradizione cristiana".
"Tutela tuttavia i diritti fondamentali della persona" TUTTAVIA?! Ma cos'è un contentino quello che mi dai? "(tutela) la libertà di religione e non discrimina la scelta sessuale che ritiene un fatto personale e non politico" a parte che anche la religione dovrebbe rientrare nella sfera personale, direi che stona quella litote tra 'tutela' e 'non discrimina'..

Non mi intendo di politiche aziendali, per cui salto i punti più tecnici.
"L'imprenditorialità e la capacità del singolo non deve essere penalizzata dalla burocrazia, perseguendo l'esempio di stati europei come la Germania dove la crescita è agevolata da poche e rapide certificazioni" un'obiettivo facilmente condivisibile, purchè non si arrivi ai controlli assenti o postumi della sventolata riforma dell'art.41 della Costituzione o all'autocertificazione.
"Meritocrazia dell'imprenditore con uno sbarramento ad un minimo di 5 anni di attività per l'accesso ai fondi pubblici" anche questo ha il mio appoggio, però forse da un partito che vuole tutelare l'imprenditorialità delle piccole e medie imprese era un po' troppo aspettarmi un 'prestito d'onore' per i giovani.
"Premio alle aziende che fanno formazione e ricerca in stretta collaborazione con istituti tecnici o professionali locali o università, le quali assumano persone sul territorio, incentivando l'utilizzo della professionalità italiana" ottima la prima parte, qualche dubbio sulla seconda, l'intreccio scuola-lavoro mi ha sempre lasciato qualche dubbio.
"Penalizzazione e restrizioni ai fondi pubblici per le aziende che delocalizzano creando disoccupazione" approvo.
"Incentivi e premi alle piccole e medie aziende che vivono solo ed esclusivamente di finanza reale data dalla propria produzione" che dovrebbe essere la normalità, è l'essenza stessa del lavoro imprenditoriale.
"Rapidità e tempestività nelle cause civili e penali che mettano in serio pericolo la stabilità e la sopravvivenza dell'azienda, con un massimo di tre anni per la conclusione del processo. Ciò deve essere dato da prove certe e reali, in modo da non favorire la tendenza dei magistrati ad allungare i tempi delle inchieste o a seguire vicende giudiziarie più favorevoli per il loro posto di potere, lasciando i problemi delle piccole e medie aziende in balia delle loro personali priorità" non poteva mancare un attacco alla Magistratura da un rappresentante del PdL; ho già avanzato le mie proposte in tema di giustizia per velocizzare queste attività (qui).

In definitiva, il PDA mi sembra essere solo un tentativo di mettere in piedi qualcosa di nuovo accatastando idee banali o scopiazzate. Potrebbe evolvere in qualcosa di buono, ma ritengo molto più probabile una degenerazione corporativa ed antiliberale in stile PdL, ma che senza il potere ed il carisma del suo leader non va da nessuna parte.

lunedì 2 maggio 2011

E Dov'è la Libertà di Pensiero allora?

Mi hanno tacciato d'incoerenza, relativamente al mio articolo riguardante la proposta di modifica dell'articolo 1 della Costituzione (qui), perchè dico che "i Senatori hanno il diritto e il dovere di presentare proposte di riforma" ma al tempo stesso dico anche che "voterei no alla proposta di abolire il divieto di ricostruzione del partito fascista".
"Se sei davvero per la libertà di pensiero" l'accusa "perchè non vorresti la ricostruzione di un partito che rappresenterebbe un legittimo modo di pensare?".

Un ragionamento assolutamente corretto, niente da eccepire, ma c'è un particolare che fa la differenza: il rispetto deve essere reciproco. Io rispetto il pensiero e l'opinione di chiunque, ma questo chiunque deve fare altrettanto con me.
La filosofia fascista, invece, che qui vorrei scindere dalla 'politica', si basa anche sull'oppressione della libertà di pensiero. L'estrema destra non è detto sia fascista, e non è sempre detto che un partito fascista (cioè dai modi fascisti) stia a destra.
Quando dicono che Stalin mandava nei campi di lavoro chi non la pensava come lui "perchè aveva ragione", si fa un discorso fascista, così come lo era anche il comportamento del leader bolscevico.
Ogni pensatore, chiaramente, ritiene che siano le sue idee quelle giuste, ma questa non deve essere una giustificazione per opprimere e reprimere quelle altrui.
Il dialogo ed il confronto sono gli strumenti per tentare di raggiungere, quando possibile, un punto di incontro.

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Enea VS Federazione della Sinistra

Evidentemente il cambio di stagione mi rende irascibile.
Ieri, all'annuale festa del Primo Maggio, ho innescato una discussione con un rappresentante della Federazione della Sinistra, che, a livello locale, appoggia la candidatura a sindaco di Ravenna del rappresentante PD Fabrizio Matteucci.
Tutto è cominciato quando ho detto che avrei anche votato la FdS (a parte il fatto che alle comunali di Ravenna io non voto), ma che ritengo non abbia più senso l'alleanza col Partito Democratico dei partiti che intendono rappresentare la sinistra, ed ho motivato la mia posizione citando le affermazioni del parlamentare Merlo (qui e tutti gli altri link ad esso collegati); per protesta, ho aggiunto, mi sarei limitato a far mancare il mio sostegno alle provinciali.
Mi ha risposto con una prosopopea agonizzante mista a strategismi elettorali (non la ricordo nella sua interezza, riporto solo gli stralci che mi interessano, ndr) "io sono comunista e di sinistra", "Voglio avere ancora la falce e martello in consiglio comunale! (...) Perciò dobbiamo fare così!".
"Io vi auguro di esserci in Consiglio, ma se non ci sarete non sarà colpa degli elettori, sarà vostra che scendete a patti con chi ormai non rappresenta più la sinistra!" ho ribattuto, trovando l'appoggio di un ferrandiano.
"Io mi sposto, vado a mangiare nell'altro tavolo" ha chiuso il mio interlocutore.
Al che ho rincarato "Tu ti dichiari di sinistra e ti sottrai così al confronto? Bravo, Compagno!". (Non ho infierito su quel 'comunista' che ormai non significa più niente e che viene usato a sproposito, ndr)

Alla Federazione della Sinistra faccio comunque tutti i miei auguri per l'imminente tornata, ribadisco che credo nel progetto unitario e che auspico una coalizione allargata anche alle altre formazioni a sinistra del PD; fino a quando, però, Ferrero e gli altri continueranno a mendicare l'elemosina al Partito Democratico, causando peraltro sempre forti mal di pancia e pesanti critiche, continuerò nella mia protesta, spero, costruttiva.