Forse qualcuno non lo sa, ma c'è un nuovo partito che si sta facendo spazio nel poco affollato spazio del centrodestra.
Parlo del PDA, il Partito delle Aziende; un nome cacofonico che suppongo dovrebbe rappresentare il nuovo approdo per gli idealisti orfani di un liberalismo mai nato in seno al pensiero berlusconiano (ne parlo qui).
Il Partito delle Aziende nasce il 26 marzo a Padova ad opera di tal Fabrizio Frosio. Non chiediamoci chi è questo Frosio (che è meglio), ma concentriamoci sugli ideali e sul programma di questa nuova formazione.
Nella Carta dei Valori cominciamo male: un partito autenticamente liberale non "si fonda sui valori della cultura e della tradizione cristiana".
"Tutela tuttavia i diritti fondamentali della persona" TUTTAVIA?! Ma cos'è un contentino quello che mi dai? "(tutela) la libertà di religione e non discrimina la scelta sessuale che ritiene un fatto personale e non politico" a parte che anche la religione dovrebbe rientrare nella sfera personale, direi che stona quella litote tra 'tutela' e 'non discrimina'..
Non mi intendo di politiche aziendali, per cui salto i punti più tecnici.
"L'imprenditorialità e la capacità del singolo non deve essere penalizzata dalla burocrazia, perseguendo l'esempio di stati europei come la Germania dove la crescita è agevolata da poche e rapide certificazioni" un'obiettivo facilmente condivisibile, purchè non si arrivi ai controlli assenti o postumi della sventolata riforma dell'art.41 della Costituzione o all'autocertificazione.
"Meritocrazia dell'imprenditore con uno sbarramento ad un minimo di 5 anni di attività per l'accesso ai fondi pubblici" anche questo ha il mio appoggio, però forse da un partito che vuole tutelare l'imprenditorialità delle piccole e medie imprese era un po' troppo aspettarmi un 'prestito d'onore' per i giovani.
"Premio alle aziende che fanno formazione e ricerca in stretta collaborazione con istituti tecnici o professionali locali o università, le quali assumano persone sul territorio, incentivando l'utilizzo della professionalità italiana" ottima la prima parte, qualche dubbio sulla seconda, l'intreccio scuola-lavoro mi ha sempre lasciato qualche dubbio.
"Penalizzazione e restrizioni ai fondi pubblici per le aziende che delocalizzano creando disoccupazione" approvo.
"Incentivi e premi alle piccole e medie aziende che vivono solo ed esclusivamente di finanza reale data dalla propria produzione" che dovrebbe essere la normalità, è l'essenza stessa del lavoro imprenditoriale.
"Rapidità e tempestività nelle cause civili e penali che mettano in serio pericolo la stabilità e la sopravvivenza dell'azienda, con un massimo di tre anni per la conclusione del processo. Ciò deve essere dato da prove certe e reali, in modo da non favorire la tendenza dei magistrati ad allungare i tempi delle inchieste o a seguire vicende giudiziarie più favorevoli per il loro posto di potere, lasciando i problemi delle piccole e medie aziende in balia delle loro personali priorità" non poteva mancare un attacco alla Magistratura da un rappresentante del PdL; ho già avanzato le mie proposte in tema di giustizia per velocizzare queste attività (qui).
In definitiva, il PDA mi sembra essere solo un tentativo di mettere in piedi qualcosa di nuovo accatastando idee banali o scopiazzate. Potrebbe evolvere in qualcosa di buono, ma ritengo molto più probabile una degenerazione corporativa ed antiliberale in stile PdL, ma che senza il potere ed il carisma del suo leader non va da nessuna parte.
io non faccio ancora parte del PDA, ci sto pensando, però vai giù pesante con le critiche. Non credo che tu conosca la realtà del calzolaio, di giovani che fanno cooperativa per poter dividere le spese e quindi lavorare, il negoziante che ha qualche commesso, o l'artigiano esempio officina meccanica, ecc.. Perchè, a parte l'ingiusto nominare Berlusconi che non centra nulla quanto non proprio rappresentativo della Piccola Media Impresa o del Lavoratore e i fatti lo dimostrano, in questa bagare di mercato cadente attuale, le imprese di questo genere vogliono superare la crisi in cui sono stami messi. Se qualche errore nello stendere lo statuto è stato da te giustamente sottolineato, non credo che questo abbia creato un danno a qualcuno che non si possa rimediare, i danni creati sono molte ben differenti. Comunque mi preoccuperei se quando mi alzo al mattino devo avere un carismatico leader che mi dica ogni volta cosa devo fare, democraticamente si dovrebbero prendere decisioni di interesse importante come il mercato del lavoro e la demagogia intellettuale che ci ha accompagnato da troppi anni, non basta per vedere dove ci ha portato? Il nero ha affamato l'Italia, il bianco ha affamato l'Italia, il rosso fa l'intellettuale e parla sempre con il senno del poi. Qui non si parla di colori, ma di fare per salvare aziende e posti di lavoro, che a oggi tutte virtuose e storiche bandiere hanno fallito, l'uno è utile all'atro e senza un componente perdi tutto. Le grandi aziende qui non hanno spazio. Almeno, io la leggo in questo modo, magari sbaglio ma che cosa ho da perdere con il nulla.
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