Poche settimane fa il Premier aveva tuonato con gli insegnanti di sinistra che ”inculcano negli studenti valori diversi da quelli della famiglia”, ed ora arriva l'apposita proposta di legge, firmata Gargagnani, deputato PdL.
“L’importante" dice il parlamentare "era inserire nel Testo unico sulla scuola il divieto di fare ‘propaganda politica o ideologica’ per i professori”.
Ha imparato bene la lezioncina del Capo “La propaganda politica non può trovare tutela nel principio della libertà dell’insegnamento enunciato dall’Articolo 33 della Costituzione. Un conto infatti è tutelare la libertà di espressione del docente, un’altra è quella di consentire che nella scuola si continui a fare impunemente propaganda politica”.
La proposta, nel dettaglio, inserisce un nuovo articolo (il 490 bis) nel decreto legislativo 297/1994, che precisa che “il docente dovrà astenersi in ogni caso da qualunque atto di propaganda politica o ideologica nell’esercizio delle attività di insegnamento anche di carattere integrativo, facoltativo od opzionale”.
A vigilare sull'applicazione della norma, che prevede per i trasgressori la sospensione per almeno 1 mese, dovrà essere il dirigente scolastico.
Credo che una regola del genere, che appare anche giusta nelle intenzioni, rischia però di far diventare troppo asettica l'istruzione: quando ho studiato alla scuola elementare la storia della Resistenza, ricordo con tenerezza Polda (la nostra maestra) che ci raccontava la guerra vista dai suoi occhi di bambina, lasciandosi anche andare a commenti o annotazioni del tutto personali, ma che rendevano la narrazione più viva e coinvolgente.
Con la proposta Gargagnati, forse, anche dire "Hitler ha barbaramente sterminato decine di milioni di Ebrei" suonerà come una frase di propaganda contro il nazismo.
Un altro aspetto della proposta è qui.
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