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Enea Melandri

lunedì 3 maggio 2010

Celebriamo oggi il 72° posto nella classifica della Stampa Libera!


L'occasione della 18° Giornata Mondiale della Libertà d'Informazione indetta dall'ONU, merita una riflessione sullo stato delle cose nel nostro paese.
Nel mondo solo un abitante su sei vive in paesi in cui l'informazione è libera. Questo è quanto è emerso dall'ultimo studio condotto dalla Freedom House, "A Global Survey of Media Indipendence", il quale ha rivelato, tra l'altro, che nell'ultimo decennio la libertà di stampa nel mondo ha iniziato a decrescere, contrariamente a quanto è accaduto in seguito alla caduta del muro di Berlino.
Freedom House è un ente di ricerca, non-profit e indipendente, con sede a Washington, che si pone l'obiettivo della promozione della democrazia liberale nel mondo; quest'anno celebra il trentesimo anniversario della pubblicazione del rapporto annuale sul livello di libertà democratiche in diversi paesi del mondo.
Il rapporto del 2009 sulla libertà di stampa (Global Press Freedom 2009) rivelava che su 195 paesi del mondo analizzati solo in 70 vi era piena libertà di stampa, in 61 ve ne era in parte e nei restanti 64 non ce ne era affatto.
L'Italia, occupando il 24° posto nella classifica europea e il 73° a pari merito con il Tonga in quella mondiale, era stata considerata, assieme alla Turchia, l'unico paese occidentale "partly free" - parzialmente libero. La ricercatrice che condusse lo studio, Karin Karlekar, affermò che il problema principale dell'Italia, probabilmente, era legato ad "un'eccessiva concentrazione della proprietà dei media, insolitamente superiore agli standard europei".
Arriva ora la classifica 2010: 72° su 196, a pari merito con Benin, Hong Kong e India. Tonga ci ha superato definitivamente, piazzandosi 70° a pari con il Sudafrica; così come ci guardano dall'alto Uruguay, Papua Nuova Guinea, Mali, Cile e Israele, tanto per citarne alcuni. Anche la Grecia, che non se la sta certo passando bene in questi tempi, è avanti a noi, e non di poco: 63°.
Non è Possibile - ripetono ogni anno giornalisti come Facci, Cruciani, Vespa, Belpietro - figuriamoci se l'Italia può stare informativamente peggio di Paesi come la Corea del Sud (67°) o la Polonia (47°)!

Forse andando a controllare meglio tra le "Libere" Giamaica, Barbados, Lituania, Taiwan si scoprirebbe che pure da loro c'è qualcuno che minaccia telefonicamente i Garanti delle Comunicazioni per ottenere la testa dei giornalisti scomodi, che possiede il 90% dei Media che contano, che combatte l'Informazione con l'epurazione, che "strozzerebbe" i registi e gli scrittori che parlano di Criminalità Organizzata, che può contare su mastini-giornalisti privi di etica professionale e disposti a tutto pur di demolire l'avversario del momento, qualcuno che ha conquistato e mantenuto enormi poteri televisivi ed editoriali mediante l'uso di corruzione e leggi Ad Personam.
Ecco, dai, Nuova Zelanda, Ghana o Portogallo, devono, devono avercelo uno così, non possono stare meglio di noi.

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