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Enea Melandri

giovedì 14 luglio 2011

Peggio della Pena di Morte

Uso un titolo un po' forte per parlare del testo approvato alla Camera sul testamento biologico. Una legge che comunque si autosvaluta, perchè, alla fine, non dà valore alle disposizioni anticipate di trattamento del paziente perchè lascia tutto alla discrezione del medico.
Ribadendo il no all'eutanasia, impedisce la sospensione dell'alimentazione forzata.
Ma la cosa che mi fa quasi ridere è un'altra: il paziente non potrà dire a quali trattamenti NON essere sottoposto, ma quali invece autorizza. Dico che mi strappa un sorriso amaro perchè non è che siamo tutti così esperti di terapie mediche, ed è inutile fare un elenco delle cose che si possono fare: se il paziente vuole vivere, in qualunque condizione fisica o neurologica, si fa tutto il possibile per curarlo, e basta.

La Dat, però, non si applica in condizioni di urgenza o quando il soggetto versa in pericolo di vita immediato. E questo è anche giustificabile, perchè comunque una diagnosi non si accerta così velocemente. (un discorso simile l'avevo fatto in precedenza sul tema, qui)
Infine, come dicevo, il disegno di legge specifica che gli orientamenti espressi dal paziente nelle Dat rimangono non vincolanti per il medico curante. Per cui, la decisione finale spetta comunque ad altri.
"Parte da un rapoorto di fiducia e di comprensione in cui il medico tiene pienamente conto dei desideri espressi dal paziente, sempre che questi non vogliano velocizzare la fine della vita" l'Onorevole Binetti giustifica così questo passaggio.

Antonio Palagiano, responsabile sanità dell'Idv, commenta "è necessario tutelare i diritti civili delle persone e restituire ai cittadini la libertà di scelta su questioni come quelle del fine vita, che non possono e non devono interessare la politica" conclude "La verità è che un parlamento senza dignità ha approvato martedì 12 luglio una legge liberticida che aggira l'articolo 32 della Costituzione e limita fortemente la libertà di scelta degli individui. Una legge pessima che va cancellata il prima possibile".

Più fermi oppositori di questo testo, ovviamente, i Radicali, che la deputata Maria Antonietta Farina Coscioni, co-presidente dell'Associazione Luca Coscioni, definisce così: “La legge-schifezza, l'unica definizione che si può dare a una legge sul fine vita imposta da una maggioranza clericale e oscurantista, che non trova riscontro in alcun Paese europeo e occidentale".

Il Senatore Pd Ignazio Marino propone addirittura una consultazione referendaria sull'argomento, perché quanto approvato dalla Camera, spiega, senza mezzi termini "obbliga le persone, anche coloro che hanno indicato di non volere un tubo nell'intestino, a riceverlo per legge, e poi le indicazioni che ognuno lascerà non saranno vincolanti per il medico". Giudica, ed io con lui, un atto "incivile e inaccettabile" calpestare così l'autodeterminazione degli individui.

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