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Enea Melandri

mercoledì 14 luglio 2010

Il Grande Fratello Europeo


Nel tener d'occhio la politica europea, è passata praticamente inosservata l’approvazione di un programma di controllo e di raccolta sistematica di dati personali di cittadini sospettati di 'radicalizzazione', ossia di estremismo. Questo programma può essere usato contro individui coinvolti in gruppi “di estrema destra o sinistra, nazionalisti, religiosi o no-global”, secondo quanto figura nei documenti ufficiali.

Il Consiglio dell’UE riunito a Lussemburgo lo scorso 26 aprile, ha affrontato il punto all'ordine del giorno 'Radicalizzazione nell’UE', ed ha approvazioto il documento 8570/10; l'iniziativa fa parte della strategia di prevenzione del terrorismo in Europa, e inizialmente concepito per gruppi terroristici islamici.
Tuttavia, il documento estende il sospetto in termini così generici che dà la possibilità di mettere sotto controllo qualsiasi individuo o gruppo sospettato di essere radicalizzato.

Un attivista di un’organizzazione civile, cittadina o politica, senza rapporti col terrorismo, potrebbe essere spiato nel quadro di un programma che invita ad investigare sul 'grado di impegno ideologico o politico' del sospettato, fino alla sua situazione economica e lavorativa.

Cosa intende l’UE per radicalizzazione? Il testo dovrebbe definire il concetto, ma questo limitarebbe il controllo all’ambito del terrorismo, e quindi non lo fa. Sollecita, invece, a considerare tra gli obiettivi ogni tipo di difensore di idee eterodosse.
L’accordo mette anche sotto la lente d’ingrandimento della polizia i cittadini che difendono le idee radicali classiche, del riformismo democratico o progressiste in genere. Si potrebbe anche applicare contro coloro che si considerino radicali nel senso etimologico, dato che “radicale” è, nè più nè meno, quello che affronta i problemi dalla radice.

L’accordo polverizza lo spirito europeo della tolleranza verso tutte le idee, e, nella sua ansia di prevenire il terrorismo, diluisce la differenza tra i mezzi con cui queste idee vengono espresse o difese.
Il programma completo di controllo è raccolto in un documento precedente, il 7984/10, intitolato “Strumento per conservare dati e informazioni sui processi di radicalizzazione violenta”, di marzo di quest’anno. A questo testo è stato dato un carattere confidenziale, e si è conosciuto solo grazie al fatto che l’organizzazione della difesa delle libertà civili, ha avuto accesso ad esso e lo ha reso pubblico.

La ONG denuncia che questo programma “non è diretto in primo luogo verso persone o gruppi che abbiano la pretesa di compiere atti terroristici, ma a persone che hanno punti di vista radicali, che vengono definiti come propagatori di messaggi radicali”.
Tra gli obiettivi del documento segreto figura “combattere la radicalizzazione ed il reclutamento” ed include allusioni relative alla persecuzione di chi incita all’odio o alla violenza, gruppi terroristici o filo terroristi. Ma queste precisazioni non risultano necessarie, dato che sono già penalizzate dalla legislazione penale dei paesi europei. Il testo allude indistintamente alla 'radicalizzazione' e alla 'radicalizzazione violenta', associando il ricorso alla violenza con ogni tipo di idee estreme o antisistema.

Il documento invita i governi a controllare i 'messaggi di radicalizzazione' fino al punto di mettere in forse la libertà d’espressione. Il programma invita a scrutare le audizioni nelle quali vengono rivolti messaggi radicali, siano essi di sostegno alla violenza oppure no, al modo nel quale si trasmettono i messaggi radicali, ecc.

Scendendo nei dettagli sul controllo individuale, il documento raccomanda d’indagare anche sui sentimenti delle persone che militano in gruppi sospetti, attraverso domande come quelle che mirano a conoscere i “sentimenti della persona in relazione alla sua nuova identità collettiva ed ai membri del gruppo” E con domande tipo: “La persona ha fatto commenti su fatti, principalmente di natura politica, usando argomenti basati su messaggi radicali? Ha fatto commenti sulla sua intenzione di prendere parte ad atti violenti?".
In questo modo, l’accordo apre una pericolosa via di persecuzione delle idee, degli argomenti e perfino degli stati d’animo.

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