mercoledì 7 luglio 2010
Comunità Giovanili (del Littorio)
E' in discussione il disegno di legge Meloni che mira a favorire la socializzazione giovanile tramite delle non meglio precisate 'comunità'.
Un film già visto, quando durante il ventennio fascista fu istituita la Gioventù italiana del littorio, formalmente con gli stessi scopi.
Ecco cosa dice il ddl Meloni: “L’organizzazione della vita associativa come esperienza comunitaria, al fine di favorire la maturazione e la consapevolezza della personalità nel rispetto di sé e degli altri, anche attraverso la promozione di attività di incontro, confronto e integrazione civile, sociale e culturale; l’educazione all’impegno sociale e civile, alla legalità, alla partecipazione e alle conoscenze culturali; lo svolgimento di attività sportive, ricreative, sociali, didattiche, ambientali, culturali, turistiche, agricole, artigianali, artistiche e formative; lo svolgimento di attività di informazione, formazione e promozione delle iniziative internazionali, comunitarie e nazionali sulle tematiche giovanili“.
Ed ecco cosa diceva invece, nel 1937, l'organizzazione fascista Gioventù Italiana del Littorio: “La preparazione spirituale, sportiva e premilitare; l’insegnamento dell’educazione fisica nelle scuole elementari e medie, secondo i programmi da essa predisposti di concerto con il Ministro dell’Educazione nazionale; l’istituzione e il funzionamento di corsi, scuole, collegi, accademie, aventi attinenza con le finalità della Gioventù Italiana del Littorio; l’assistenza svolta essenzialmente attraverso i campi, le colonie climatiche, il Patronato scolastico o con altri mezzi disposti dalSegretario del PNF l’organizzazione di viaggi e crociere; la facoltà di istituire e di promuovere l’istituzione di borse di studio e di provvedere alla loro assegnazione; alla G.I.L spettava anche la vigilanza ed il controllo su tutte le colonie climatiche e istituzioni affini, da chiunque fondate o gestite“.
Al ddl sono collegati anche dei fondi per il finanziamento di suddette associazioni ed un registro in cui approvarle; ma chi decide quali sì e quali no?
La Meloni si sta dotando dello strumento legale e dei finanziamenti utili a legittimare e sovvenzionare le varie Casapound, Blocco Studentesco, Casa Italia e quelle che seguiranno, con un provvedimento che ne traccia praticamente un identikit, escludendo al contempo, grazie alla retorica legalista e proibizionista, tutti i centri sociali e gli spazi autogestiti antifascisti. Anzi, il rischio concreto è che i requisiti elencati nel ddl Meloni divantino un grimaldello per delegittimare e attaccare i centri sociali stessi.
Durante le discussione alla Camera, è scoppiata una rissa tra l'Onorevole Barbato dell'IDV, che ribadiva il parallelismo tracciato in quest'articolo, ed alcuni deputati del PDL.
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