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Enea Melandri

venerdì 26 marzo 2010

Maschilismo & Nuovo Fascismo


Negli ultimi tempi si assiste ad un progressivo riemergere di pulsioni maschiliste ed edonistiche nella nostra politica e nella società, e non parlo solo dei baccanali che il nostro premier organizzava nelle sue tenute circondandosi di concubine.. ma anche di quelli, se vogliamo.
Ma cominciamo dall'inizio: il grande successo delle reti Mediaset arrivò anche dal mercimonio che si faceva del corpo femminile; nel recente documentario 'Videocracy' si accenna proprio ad uno dei primi quiz televisivi di quei canali, in cui rispondendo esattamente alle domande si poteva spogliare una valletta.
Il mito e il culto dell'estetica fu negli anni plasmato sempre più, quando la televisione irruppe nella comunicazione di massa: donne sempre più belle, sempre più nude, con i seni e le labbra sempre più grossi, sempre più viste come idoli d'oro inarrivabili da invidiare, per il pubblico femminile, e su cui sbavare, per quello maschile.
Negli anni sono nate diverse figure per compiacere sempre meglio il pubblico maschile: veline, letterine, meteorine, ereditiere e letteronze, figure che avviliscono e deprimono l'immagine e la dignità femminili.
Questo processo aveva il fine di preparare il popolo bue alla strisciante rinascita della concezione virilistica della politica. Non credo occorra ricordare che questa era anche una delle caratteristiche peculiari del fascismo.
Vi siete chiesti perchè il governo, oltre a tenere impegnate le camere a sfornare leggi per proteggere il suo leader maximo, ha trovato il tempo per dibattere su un tema così marginale come quello della caccia?
La caccia rappresenta solo un altro tassello di questo nuovo superomismo che avanza.
Forse il nuovo fascismo mediatico è anche peggio dell'altro: tutte le sgallettate e prorompenti giovanotte che hanno assediato le liste elettorali da quando Silvio Berlusconi è al potere dimostrano inoltre che la politica si è trasformata in una vetrina di marketing: a chi si lamentava di non essere stato ricandidato, come l'Onorevole Vernola, ex-dc ora passato all'udc, Denis Verdini chiedeva: ""Ma tu ci hai le poppe?" e aggiungeva "Tutti e due non abbiamo le poppe e perciò non abbiamo nessun futuro, nessuna prospettiva nel Popolo della Libertà". Aneddoto sconcertante che mette in chiaro come la stretegia pubblicitaria abbia invaso la propaganda politica.
Questo episodio magari non c'entra niente, ma forse è solo l'antipasto della 'fase due' del pdl: ill nuovo pubblico (attenzione, non popolo, ma pubblico), rincitrullito dalle tv del boss, magari preferirà votare per un bel seno sostenuto che per una coerente proposta di sostegno alle famiglie disagiate.
Comincio a pensare che il Grande Fratello, capostipite della famiglia dei reality, sia il nuovo mezzo mediatico per veicolare queste ideologie: qualche edizione fa, mentre il paese era scosso dai conati razzisti per le nuove leggi volute della lega, vinse un immigrato di origine rom, Ferdi.
Avevo previsto fin dall'inizio questa vittoria, sapevo che nella mentalità manipolatrice catodica del governo questo avrebbe ammansito il popolo bue; immagino la celeberrima casalinga di Voghera che mentre prepara il pranzo sbuffa "questi quattro no global dicono che il paese è razzista, ma com'è possibile, uno zingaro ha persino vinto il Grande Fratello!". Quest'anno, il tiro si è alzato sul mito del super maschio, tramite un George Leonard donnaiolo e con amanti che sbucano da ogni parte, meglio se dell'est, per non offendere la dignità della femmina italica; l'Italia e gli italiani però hanno ancora una morale, per cui meglio eliminarlo per ora, salvo poi divinazzarlo nei contenitori trash della mattina e del pomeriggio, e demolire la reputazione della moglie (suonare Barbare D'Urso per maggiori dettagli).
D'altronde, lo ammise proprio Borghezio, quando fu sorpreso a dare consigli ai rappresentanti dell'estrema destra francese, di essere 'sempre gli stessi' ma di utilizzare il travestimeto localista per non essere considerati subito dei nostalgici fascisti.

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