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Enea Melandri

giovedì 25 marzo 2010

W la Democrazia Rappresentativa


Non passano mai di moda gli slogan anticasta e demagogici da parte di movimenti o partiti per ottenere simpatia e appoggio; oggi mi voglio soffermare sulla "Democrazia Diretta", formula magica che da alcuni viene vista come la vera panacea, capace di sanare i mali e gli errori della politica.
Ricordate il referendum popolare che si è svolto in Svizzera lo scorso 28 novembre che ha vietato la costruzione di nuovi minareti? La destra national-conservatrice, che lo sosteneva, ha fatto leva sulle paure del popolo, fomentandone le naturali incertezze e gli istintivi timori, un po' come si comporta la lega da noi, per ottenere quel risultato. Il punto è che la gente ragiona di pancia, ed è più avvezza a farsi guidare da un mesto brontolio momentaneo che da un ampio progetto di lungo respiro.
Ma c'è dell'altro: mi confrontavo sull'argomento con un marxista-leninista, che auspica addirittura il ripristino dei soviet, organi cittadini popolari di autogestione sui beni popolari secondo le richieste e le necessità dei cittadini.
Sulla carta, una teoria bellissima nella sua utopicità: il popolo che si autoregolamenta, una società costruita su comprensione e solidarietà, capace di venire incontro ai bisogni degli altri.
Ma voi credete davvero che un operaio, dopo 8 ore passate in fabbrica, voglia davvero partecipare ad una riunione per decidere quanto tempo il semaforo vicino a casa debba restare rosso perchè un'anziana signora si è lamentata di non riuscire ad attraversare la strada? "La vecchia si dà una mossa" sarebbe il mio lanconico commento al suo posto mentre atterro sul letto.
Seppur credo sia migliorabile come regole e meccanismi, sono assolutametnte favorevole ad una democrazia rappresentativa, che lascia le decisioni nelle mani di persone più esperte e competenti di me, e mi permette di scegliere i miei rappresentanti sulla base di proposte e programmi.

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