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Enea Melandri

sabato 5 febbraio 2011

Don Camillo va con Peppone

Dopo le Toghe Rosse, arrivano le Tuniche Rosse, quelle dei Preti.
Se la Chiesa tace sul degrado etico e morale che ha investito i vertici del Paese, lo stesso non fanno parroci e fedeli genuini che davvero credono nei valori della fede cattolica.
Don Aldo Antonelli, parroco ad Avezzano, non nuovo a posizioni di contestazioni nei confronti delle gerarchie ecclesiastiche e all’attivismo filo governativo della Cei, si prepara ad una iniziativa clamorosa: lo sciopero della messa domenicale.

In un appello a MicroMega, dichiara: "In questo letamaio in cui siamo affossati, non ci sono prudenze che tengano, né pazienze che si ammantino di virtù, né attese di dignità. Lo scandalo è talmente acclarato e invasivo ed eversivo che solo dei gesti eclatanti e clamorosi possono destare il risveglio e riscattare la Chiesa dal suo silenzio ibernale e, a questo punto anche, mafioso.
Sto maturando la decisione di non celebrare messa domenica prossima. Tenere le porte chiuse delle chiese con un comunicato in cui si denuncia il degrado della politica e la dittatura dell’economia, il sonno della ragione e il letargo della religione. Non mi dite che esagero.”

Ma non è l'unico caso.
Don Giorgio, parrocco di Mazzocco-Torni, una frazione di Mogliano Veneto (Treviso), per spiegare ai fedeli il degrado del bunga bunga, ricorra al quotidiano l’Unità. Il prete ha distribuito in chiesa le fotocopie di “Le altre donne”, un editoriale della direttrice Concita De Gregorio, per aiutare i fedeli a chiarirsi le idee sulle abitudini del premier, accusato di prostituzione minorile e concussione.
L’iniziativa però non è però piaciuta a tutti. Non pensavo “di andare a un comizio, ma alla messa”, ha protestato un lettore de Il Gazzettino in una lettera sul quotidiano.

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