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Enea Melandri

venerdì 22 aprile 2011

C'è Posta per Te, la Scuola deve Morire

Giro su FareProgresso un autentico scoop di UniCommon.org.
Non so se questa lettera sia reale, qualche dubbio mi è sorto per il linguaggio esplicito usato; non che quanto riportato non possa corrispondere a realtà, ma è proprio il modo sfacciato di esporlo che mi lascia perplesso.

Abbiamo intercettato questa missiva riservata inviata dal Ministero dell'Economia al Ministero della (pubblica?) Istruzione. La pubblichiamo oggi su questo sito, pregando tutti di diffonderla con tutti i mezzi possibili (social network, siti, mail, lettere, piccioni viaggiatori e altro). La wikileaks della scuola come al solito non dice nulla di nuovo rispetto a quanto siamo già abituati a sentire e vedere da vent'anni a questa parte, ma la pubblicazione di questa lettera riservata potrà essere sicuramente un passaggio utile per lo smascheramento delle strategie governative sulla scuola.

La redazione di UniCommon.org

Ecco il testo integrale della missiva,che come potete notare, esprime senza mezzi termini quella che nei fatti è la politica, e la strategia politica, del governo sulla scuola. Nella sezione rassegna stampa trovate l'articolo su repubblica che spiega i tagli effettuati e quelli previsti, in fondo all'articolo il video della trasmissione Ballarò in cui la Gelmini dimostra di non conoscere nemmeno i tagli previsti dal suo stesso ministero.

MASSIMO RISERBO - Al Ministro dell'Istruzione
dottoressa Mariastella Gelmini
Viale trastevere 76, 00153, Roma, Italy

- breve guida per far morire un'istituzione pubblica -

Lavorare in silenzio per molti anni, trovando larghi accordi da destra a sinistra passando anche per le ali più estreme, TAGLIARE poco a poco tutte le risorse e le possibilità di miglioramento alle scuole. Farlo inizialmente senza clamore, cosìche solo i soliti noti se ne accorgano. Togliere Cent dopo cent come zio paperone nel Klondike. Non lasciare la possibilità di iniziativa alle scuole, mascherando una riverticalizzazione amministrativa con il nome di “autonomia scolastica”. Cambiare il nome alle cose, creando spaesamento tra tutti coloro che da anni lavorano nell'educazione pubblica: così il Preside diventa magicamente il Dirigente scolastico, la programmazione si trasforma in POF e si riorganizza in portfolio, il bidello si ristruttura in collaboratore scolastico, i voti si contano in crediti, e per concludere nel migliore dei modi gli studenti finalmente saranno utenti.

Dopo anni di lavoro sotterraneo, di logoramento di qualsiasi voce fuori dal coro, si parte con l'attacco frontale. TAGLI a gran voce rivendicati come una necessità per il bene comune, distruzione di qualsiasi idea che non sia strettamente la lezione frontale: gite, corsi di lingua, laboratori, attività extrascolastiche, non deve accadere più nulla. La scuola deve essere un luogo noioso da cui scappare il prima possibile, e un luogo di frustrazione per chi ha deciso di lavorarci!

ELIMINAZIONE di qualsiasi partecipazione nella vita della scuola: motivazione? E' un residuo del '68! E' colpa dei professori di sinistra che non permettono una normale collaborazione docente-discente! La scuola il pomeriggio deve restare chiusa, non può mica essere un covo di zecche (che si sa o diventano terroristi o tossici)!

A questo ci si può rivolgere direttamente ai cittadini, alquanto allarmati per il futuro dei loro figli...anzi ancora meglio rivolgersi direttamente alle MAMME! Care mamme – oramai consapevoli che le scuole pubbliche hanno un offerta formativa decente se al centro, tremenda se in periferia – è ora il momento di investire nell'educazione e quindi nelle scuole private, dove potrete decidere direttamente cosa verrà insegnato ai vostri figli, e soprattutto non rischieranno di finire in classi con bambini poco dediti allo studio, come figli di immigrati o magari rom.

Far dipendere direttamente il ministero dell'istruzione (nel frattempo avrete già eliminato pubblica, se non lo avrà già fatto il centro-sinistra) dall'economia, così il caro buon vecchio Giulio potrà finalmente decidere cosa fare con quei quattro spiccioli rimasti nelle casse delle scuole, ma soprattutto avrà in mano un immenso patrimonio immobiliare.

SCREDITARE studenti, professori, precari, personale ata, presidi, ex insegnanti, ricercatori, insegnanti di sostegno: NESSUNO deve poter mettere bocca sulla scuola pubblica, la scuola di tutti che quindi deve rimanere di nessuno.

E dopo gli eclatanti scoppi...continuare a tagliare qui e là come se nulla fosse...e ricominciate dal punto uno senza nessuno problema, per quante volte reputate necessario, finché solo i morti di fame rimarranno nelle scuole pubbliche e ricchi andranno nelle scuole private, i ricchi e belli all'estero, mentre Voi avrete fatto una grande piacere a Voi stessi, ai Vostri amici e al capitale finanziario.

Grazie

Giulio T.

PS: Potreste avere qualche piccolo problema durante il percorso tipo: manifestazioni, tumulti, insorgenze, come si sono viste a Roma, Londra o Atene ma non vi preoccupate Voi andate avanti, qualcuno alla fine avrà la meglio.

Certo che, se fosse vera, sarebbe di una gravità inaudita.
Il modo di porsi, un po' distaccato e prudente, mi ricorda molto il Piano di Rinascita Democratica della P2..

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