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Enea Melandri

sabato 27 novembre 2010

Discorso di Enea Melandri del 27/11 a Ravenna sulla Libertà d'Informazione

"Il tema della giornata di oggi è la libertà d'informazione, uno dei fondamenti e dei pilastri della democrazia.

Quella che c'è qui in Italia, ce lo sentiamo ripetere da anni, è una situazione anomala, dove il primo ministro è anche il principale detentore dei mezzi d'informazione.
Ma quello del conflitto d'interessi è solo uno degli ostacoli, e nemmeno il più evidente, che concorrono a limitare la libertà d'informazione nel nostro paese.

Quello di fare informazione dev'essere un libero diritto di tutti, ed invece si tenta di limitarlo attraverso strumenti politici, leggi e regolamenti pomposi ed inapplicabili, e corporativi.
L'Albo dei Giornalisti, un registro istituito nel 1925 dal regime fascista, creato proprio per controllare la stampa, è tra questi.
Il mio sogno è un'informazione plurale, libera e democratica, dove tutti possano essere creatori e promotori di flussi informativi.

Ma attenzione, non dobbiamo confondere la libertà d'informazione con la tolleranza a due velocità: difendere la stampa libera significa anche permettere ad un qualsiasi Vittorio Feltri di dedicare 47 prime pagine ad una appartamento di Montecarlo, purchè ovviamente dica il vero, se no diventa un problema legale e ci penserà la Magistratura.
Sono i lettori di quel giornale che poi decideranno di punirlo non acquistandolo, ma lui, nei limiti della verità, ripeto, dev'essere libero di parlare e scrivere ciò che vuole.

E' una stampa vissuta in modo televisivo, quasi: chi acquista quel quotidiano (parlo in generale, poi ovvio c'è caso e caso) è talmente assuefatto dal modus operandi berlusconiano che lo fa quasi per inerzia, e si sorbisce di tutto.
Ma questa è una solo una mia riflessione.

I veri problemi della libertà d'informazione sono i monopoli, e qui rientra anche il conflitto d'interessi, appunto, i lacci e lacciuoli che limitano l'iniziativa e le possibilità di accesso, ma anche la burocrazia ed il digital divide."

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1 commento:

  1. "Sono i lettori di quel giornale che poi decideranno di punirlo non acquistandolo". Concordo su tutto ma non su questo per il solo fatto che non sono i lettori che decidono del futuro o meno di un quotidiano, ma i finanziamenti pubblici... da rivedere e tagliare "non orizzontalmente" ma miratamente.

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