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Enea Melandri

martedì 9 novembre 2010

Picconate al Diritto allo Studio

Il Governo ci aveva già provato nel 2009, salvo poi reintrodurre le risorse necessarie in extremis nel decreto di Natale. Se le cose resteranno come sono, le famiglie che mandano i bambini alle elementari saranno costrette a sborsare i soldi per i libri di tasca propria.

Niente più fondi per i libri di scuola.
Nel 2011 il governo non ha previsto i fondi per rendere gratuiti i libri di testo delle scuole dell’obbligo: ridotto a zero il capitolo di bilancio della legge Finanziaria che prevede lo stanziamento di 103 milioni per la gratuità dei libri scolastici.

E non solo, il fondo per il diritto allo studio nelle scuole dell’obbligo è stato ridotto di oltre il 70 per cento. Solo il 30 per cento di chi non può permettersi di studiare potrà farlo, ed i bambini delle altre famiglie in difficoltà economiche vedranno l’istruzione a rischio.
Alla voce “sostegno all’istruzione”, nello stato di previsione del ministero dell’Economia, sono stati calcolati solo 33,1 milioni di euro tra le somme da trasferire alle Regioni per le borse di studio, con una riduzione rispetto all’anno scorso di 84,2 milioni di euro, e di 74 in quello del ministero dell’Università e la Ricerca.
I parlamentari Pd hanno registrato una riduzione di 123,3 milioni di euro per l’istruzione prescolastica e di 780,1 milioni di euro per l’istruzione primaria. Per quella secondaria di primo grado e di secondo grado vengono ridotte rispettivamente di 208,3 milioni e di 841,6 milioni di euro, mentre per l’istruzione post-secondaria (quella per gli adulti) il taglio è di 7,8 milioni di euro.

Questi dati, snocciolati dal Fatto Quotidiano, dimostrano come l'istruzione e la cultura siano nemici del pensiero politico berlusconiano, basato sul pecoronismo, sul gregge, sul centralismo carismatico del leader, ma anche sul conformismo e contrario al pensiero aperto, rispettoso e tollerante, di una cittadinanza istruita e cosciente.

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