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Enea Melandri

mercoledì 3 novembre 2010

Anche i Litfiba Scendono in Campo

La notizia è un po' datata, risale ad agosto, ma l'ho trovata comunque interessante e ho deciso di dedicarci un trafiletto.
Durante un concerto nel palermitano, i Litfiba hanno sparato a zero contro Dell'Utri, Gelli e la Mafiocrazia che ammorba la Seconda Repubblica.
Piero Pelù apre così l'esibizione siciliana:
Questo concerto è “per chi pensa che Marcello Dell’Utri ha rotto i c***” e per chi è contro “i mezzi di distrazione di massa”. Poi, mentre sfila una bara con su scritto “Gelli”, dal palco si spiega che “partecipano al suo dolore”, “la mafia siciliana, la ‘ndrangheta calabrese, la camorra napoletana, il vostro conterraneo Marcello Dell’Utri e naturalmente papi Silvio Berlusconi”

L’assessore alla Cultura e alle Politiche giovanili della provincia di Palermo Eusebio Dalì ha parlato di “squallidi messaggi populisti e demagogici“, di “eccessi verbali violenti che creano odio e division“. Insomma, “non mi sembrava di stare ad un concerto, bensì a un processo di piazza sommario, a un pubblico linciaggio“.

Destano preoccupazione le parole successive:
"Invito l’incolpevole sindaco Vasta e tutti i primi cittadini della Sicilia a non ospitare più artisti che hanno come unico scopo il pontificare, predicare e fare lotta politica, servendosi di quella potentissima arma che è la musica e la sua capacità di penetrare le giovani sensibilità, di formarle o di plagiarle a seconda dei casi.
E invito i Litfiba a chiedere scusa alla Sicilia, ai siciliani che sono per la stragrande maggioranza persone oneste e libere, e fare solo e semplicemente musica, lasciando stare la volgare propaganda, che tocca temi e concetti che di fatto disconoscono."

I Litfiba, come qualunque altro libero artista, ma anche come qualunque altra persona, devono poter dire quello che vogliono. Anche fare propaganda. Saranno poi gli spettatori e i fan a manifestare il loro dissenso, punendoli commercialmente.

I poco amichevoli “inviti” rivolti loro della politica hanno un suono sinistro. Se proprio i Litfiba avessero offeso qualcuno o pronunciato frasi ingiuriose, c'è la Legge, ma se questi limiti non fossero stati oltrepassati, si rimane nell'ambito della libera espressione. Ricordo che è prerogativa dei regimi autoritari chiedere agli artisti di essere politically correct o peggio politicamente neutri.

E, Caro Assessore, le sue regole devono valere solo sul palco dei concerti o anche nei salotti televisivi?

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