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Enea Melandri

domenica 7 novembre 2010

Una Via per l'Anarchia?

Tempo fa, causa un piccolo danno allo sportello dell'automobile, mi sono ritrovato ad andare dal meccanico per farlo riparare. Al momento del pagamento, per evitare tasse e spese aggiuntive per lui, ed un piccolo sconto per me, mi è stato chiesto un 'assegno girato'.

Del tutto digiuno in materie fiscali, contabili e relative tecniche, ho chiesto lumi "Tu fai un assegno, lo intesti a te stesso, poi lo giri, facendo la firma dietro".

Con gli occhi sgranati, dal basso della mia inesperienza e giovane età, ho chiesto a mia mamma come comportarmi "Ah ma è una cosa che si fa... così lui può usare liberamente quell'assegno quasi come fosse denaro liquido.. lo intesti a ME MEDESIMO (o MM) e poi lo giri...!"

Da quest'episodio, ho poi elaborato tutta la mia teoria per un passaggio, magari non definitivo, e magari limitato solo ad un certo gruppo di persone, ad una sorta di società senza denaro. O meglio, con il denaro, ma solo virtuale.

Tornando all'episodio precedente, supponiamo che il costo della riparazione fosse stato di 100€. Libretto degli assegni, 100€, MM, giro e firmo. Ora quell'assegno è come una banconota.

Il meccanico, poi, ha un debito di 100€ con l'elettricista; quando i due si incontrano per saldarlo, il meccanico paga con l'assegno da me giratogli.

In tal modo, due debiti sono stati saldati (e potenzialmente anche di più), senza intaccare nessun conto e andare in tasca a nessuno.

Il meccanismo, così ingenuamente presentato, risulta molto semplicistico. E' vero anche che l'importo (nell'esempio 100€) è limitativo dell'intero processo, ma il mio scopo era solo quello di presentare una mia riflessione, non stendere un trattato di economia o gettare le basi di una nuova anarchia.

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