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Enea Melandri

martedì 4 gennaio 2011

Fine del Paradiso (Fiscale)

La Banca Vaticana, lo Ior, è da anni al centro di storie di riciclaggio di denaro sporco, tangenti e supporto finanziario alla mafia (gli scandali Fiorani, Calciopoli ed Anemone, giusto per ricordare i più recenti). Anche nei mesi scorsi la procura della capitale aveva aperto un fascicolo dopo che la Banca d’Italia aveva segnalato l’irregolarità di alcuni movimenti finanziari. Ettore Gotti Tedeschi, il presidente dello Ior, e Paolo Cipriani, il direttore generale, sono stati iscritti nel registro degli indagati ed i magistrati hanno provveduto al sequestro di un fondo di 23 milioni di euro.
Ma ora si cambia rotta: Papa Ratzinger ha emesso un Motu Proprio, che nello stato pontificio ha il valore di una legge, in cui dispone che anche l'Istituto per le Opere di Religione si adegui alle norme internazionali antiriciclaggio ed antifrode.
E questo, finalmente, farebbe entrare il piccolo stato nella 'white list' dei paesi che applicano gli standard internazionali anti-riciclaggio.
Entro la fine di questo anno, il Vaticano deve attuare una convenzione monetaria firmata l’anno scorso con l’Ue. Tre i capitoli dell’accordo: la coniazione degli euro con l’effige papale, la prevenzione della frode e, appunto, la lotta al riciclaggio di denaro sporco.

Ma con cautela. Spiega il portavoce della sala stampa vaticana padre Federico Lombardi: le nuove norme “sono un primo passo ma la strada non è conclusa e ritengo che si tratterà di un periodo di una certa ampiezza”.
“La prima cosa necessaria era che ci fosse una normativa" continua "ma ora l’Autorità di informazione finanziaria dovrà compiere le sue verifiche sull’attuazione delle leggi e anche il sistema internazionale vorrà fare le sue verifiche”. Santa Sede e Vaticano, conclude “si inseriscono nel sistema internazionale con una logica di dialogo, è un passo di inserimento cordiale e sincero”, in questo modo “gli organismi vaticani saranno meno vulnerabili di fronte ai continui rischi che si corrono inevitabilmente quando si maneggia il denaro”.

Beh, questa volta il pontefice si merita una applauso per lo scatto di modernità, dopo decenni di arretratezza e di 'pretesa indipendenza ed estraneità' dal resto del mondo. Un po' tardivo, forse.
Maliziosamente, però, aggiungo che 'quando non c'è più niente da rubare, anche i ladri sono onesti'.

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