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Enea Melandri

lunedì 11 ottobre 2010

Liberare il Voto Parlamentare

Proprio ieri parlavo della questione con un amico, ed insieme notavamo come troppo spesso in Parlamento si seguano logiche di partito e schieramento, pregiudizialmente pro o contro determinate votazioni.
Ad esempio, ricordo un episodio in cui Di Pietro dichiarava che l'Italia dei Valori vota a priori contro i provvedimenti della maggioranza di cui è opposizione.
Giudico sbagliato questo atteggiamento, e mi sembra anche antipolitico, nel senso stesso del termine: non si vota sul merito di una questione, sulla sua utilità, ma in base a chi la propone.

A questo sono legate anche le critiche che si fanno al sistema proporzionale: è chiaro che se un partito, di maggioranza relativa con il 40% dei seggi, propone qualcosa, ed il restante 60% vota contro per il semplice fatto di essere opposizione, il risultato è l'ingovernabilità.

Banalmente, sarei per l'abolizione dei Gruppi Parlamentari. Ogni deputato rappresenta se stesso, e, in linea con la Costituzione, la Nazione. (mi vengono i brividi pensando che Castelli, "chi non salta italiano è!", rappresenti l'Italia...)

Nei regolamenti delle camere è presente l'escamotage dello scrutinio segreto, proprio per dar modo a chiunque di votare secondo coscienza.
Attualmente, mi pare, servono alla Camera almeno 30 Deputati (o capigruppo con uguale valenza numerica) ed al Senato almeno 15 Senatori (o capigruppo con uguale valenza numerica) per avanzare la richiesta di uso dello scrutinio segreto. Anche abbassare queste soglie minime sarebbe utile per incentivare la lealtà e la coerenza dei singoli parlamentari.

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