"Sicurezza sul Lavoro. La Pretende chi si Vuole Bene." Una campagna mediatica a tutto campo, televisiva, radiofonica, giornalistica. Il messaggio è chiaro, "Ci tieni alla vita? Chiedi le protezioni."
Giusto, più che giusto. Non foss'altro che per una volta si esce dal solito modello inquisitorio "è colpa di" ma si gioca sulla prevenzione.
Il meccanismo comunicativo che contesto, è che sottotraccia si sposta la responsabilità dal datore (il proprietario, il capocantiere, il capoufficio..) al lavoratore, ipotetica vittima della carenza di misure di sicurezza.
Mentalmente, quindi, si scagiona il capo e si passa la palla al dipendendente; non è più il capo che deve metterti in condizioni di lavorare al sicuro, ma il dipendendente che deve proteggersi.
Ora, lungi da me difendere tout-court i dipendenti, quante volte ho visto operai salire baldanzosi una scaletta pericolante "tanto devo solo riprendere il martello..". Ci sono capocantieri seri e non, ma ci sono anche operai seri e non.
A loro può anche servire una campagna pubblicitaria del genere, ma una seria ed efficace lotta ad incidenti e morti bianche deve basarsi sull'accessibilità agli strumenti di protezione, su una burocrazia facile e veloce, su controlli accurati.
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