Guardando la bolletta dell'energia elettrica, spesso c'è da chiedersi come mai da noi i costi siano più alti dei nostri cugini europei.
"Ecco perchè serve il Nucleare!" dice qualcuno, proponendo la classica soluzione all'italiana che, invece di indagare su chi ci specula, sceglie la via più veloce (si fa per dire..).
"Qui qualcuno bara" dice qualcuno più avveduto: l'Antitrust.
Una nota appena diramata dall'ente comunica di aver iniziato un accertamento nei confronti di due società del gruppo svizzero EGL, per una possibile “intesa restrittiva della concorrenza sui mercati dei servizi di dispacciamento acquistati dalla società Terna”.
E qui sta il trucco: le società si sarebbero messe d’accordo per offrire a turno la propria capacità produttiva a Terna “nel momento del bisogno”; togliendo la concorrenza il prezzo sale. Agli utenti paganti, non rimane altro che sbraitare contro le rinnovabili, contro le linee elettriche fatiscenti o in favore del nucleare.
Episodio analogo era successo ad inizio anno ad Enel ed Edipower, che si sono viste recapitare una bella letterina da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che ha deciso di aprire una inchiesta sul comportamento delle due aziende in Sicilia.
Le due big dell’energia, che producono rispettivamente il 51% e il 19% dell’energia siciliana, avrebbero approfittato della loro posizione dominante e della specificità delle infrastrutture energetiche siciliane per tenere alti i prezzi dell’energia nell’isola.
Cioè Enel poteva produrre, ma non lo ha fatto volutamente “trattenendo” circa 100 Mw per ogni centrale elettrica a ciclo combinato turbogas-vapore (CCGT). Per fare ciò ha messo in atto il cosiddetto “trattenimento economico”: offre sì l’energia sul mercato, ma ad un prezzo talmente alto che nessuno la comprerebbe mai.
Un prezzo superiore tra il 27% e il 39%, producendo meno, non è male come guadagno.
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