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Enea Melandri

martedì 14 settembre 2010

La Magistratura è nel PdL


"La legalità è la mia stella polare" diceva il Premier giorni fa. (Nel senso che è distante svariati anni luce, ironizza Spinoza.it)
Comunque, Silvio Berlusconi si dice d’accordo ad introdurre di una norma che preveda l’incandidabilità per chi ha avuto problemi con la giustizia. Incredibile.
Ma c'è una condizione. Ah ecco, volevo ben dire.
"Che il giudizio non sia dato da una certa magistratura, ma da un organo interno al nostro partito".
Dopo aver occupato ogni ganglo del sistema, ora il Cavaliere pretende anche di svolgere il ruolo proprio della Magistratura, ossia di decidere chi è colpevole.

Non è dato sapere chi comporrà quest'organo, forse i coordinatori o gli ormai famosi probiviri.
Dice il Fatto su questi ultimi: “La commissione è un rebus: un organo che non si è mai riunito, composto da membri messi lì chissà da chi. Probiviri spesso sconosciuti. Ma soprattutto frequentatori, dieci anni fa come oggi, di persone accusate di voler ricostruire una P2″.

Vedendo come 'tira' il giustizialismo, da dipietristi, grillini e popoli viola, Berlusconi vorrebbe ora introdurre una magistratura 'de noantri' che controlli - si fa per dire - il profilo giuridico dei candidati.
Giustizia - la Loro - è Fatta!

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