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Enea Melandri

mercoledì 8 giugno 2011

Referendum 2011, Un NO?

Voilà, Monsieur, il Dubbio.
A farmelo venire è stato un dipendente dell'Hera, società partecipata (a maggioranza pubblica) che gestisce gli acquedotti nella mia zona. Al centro del dubbio, il secondo quesito, quello posto su scheda gialla:
"Volete voi che sia abrogato - Art. 154, comma 1 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 'Norme in materia ambientale', limitatamente alla seguente parte: 'dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito'?".

E cosa dice il comma 1 del suddetto articolo?
"La tariffa costituisce il corrispettivo del servizio idrico integrato ed è determinata tenendo conto della qualità della risorsa idrica e del servizio fornito, delle opere e degli adeguamenti necessari, dell'entità dei costi di gestione delle opere, dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito e dei costi di gestione delle aree di salvaguardia, nonché di una quota parte dei costi di funzionamento dell'Autorità d'ambito, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio secondo il principio del recupero dei costi e secondo il principio "chi inquina paga". Tutte le quote della tariffa del servizio idrico integrato hanno natura di corrispettivo."

Anch'esso riguarda il delicato tema della privatizzazione dell’acqua pubblica e dei servizi che la gestiscono e, in particolare, il sistema di remunerazione dell’azienda privata cui tale servizio è stato affidato che sarebbe effettuato in base al capitale investito. In sostanza, chi vota “Sì” è contrario alla norma che consente ai privati che gestiranno il servizio idrico di conseguire degli utili. Chi vota “No”, è favorevole al profitto per queste imprese.
In parole povere, 'si impedisce di fare profitti sull'acqua'.
Giusto, giustissimo. Ma in questo modo anche gli investimenti fatti sarebbero a fondo perduto, compresi quelli necessari, come manutenzioni e migliorie.

Ecco che, posta in questo modo, mi suona già più giustificato barrare il NO al secondo quesito. Mi riservo di sentire altri pareri prima di elaborare la mia decisione finale.
Comunque, qualunque cosa decida di votare, io andrò ai seggi, ritirerò tutte e 4 le schede e metterò per iscritto le mie volontà, come ho sempre fatto, senza nascondermi dietro l'ombra del quorum.

4 commenti:

  1. messa come l'hai messa tu non si potrebbe che votare no, ma non hai evidenziato due aspetti FONDAMENTALI:
    1) è fissato per legge che, in bolletta, un 7% di ricarico sia OBBLIGATORIO come profitto per l'azienda. cioè, a prescindere che questa investa o meno, ha diritto a un 7% di profitto,
    2) non c'è l'obbligo di reinvestimento del profitto, quindi lo scenario più classico che si verrebbe a creare è quello del privato che arriva, alza la bolletta, intasca e lascia l'aquedotto disastrato.

    se ci fosse una gara a cui possono partecipare pubblici e privati (non come oggi che devi per forza vendere il 40% ai privati anche in caso di gestione virtuosa), un obbligo di reinvestimento del profitto e un'authority pubblica che controlli la gestione del servizio idrico potrei quasi fare un pensierino, la legge odierna invece è la classica porcheria berlusconiana per favorire lobby capitalistiche. e poi rifletti su una cosa: se per investire il privato alza la bolletta, allora a che cosa serve il suo intervento? non può benissimo anche il pubblico investire facendo gravare il peso sulle spalle dei cittadini? se il privato interviene deve fare gli investimenti senza alzare troppo la bolletta, e recuperare nel lungo periodo.

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  2. Grazie Leonardo per l'esauriente spiegazione.
    Spero che il nostro confronto possa servire a chiarire le idee anche ad altri che come me avevano dei dubbi.

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  3. di niente, se servisse a migliorare il dibattito mi farebbe solo piacere ;)

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  4. Io ho un altro dubbio stando al fatto che la gestione della distribuzione dell'acqua sia in mano al privato, a chi appartengono le condutture ? Il rubinetto di casa é dell'inquilino ma il tubo é del comune o della azienda che gestisce la fornitura? Il privato che vuole gestire l'acquedotto di una città acquista le relative condutture e impianti o li gestisce solamente?

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