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Enea Melandri

lunedì 6 giugno 2011

In Cerca di Normalità

Berlusconi infrange (anche) le leggi del suo stesso partito.
Dopo la batosta elettorale (che, attenzione, non equivale ad un successo per la maggiore forza di opposizione, come spiego qui), il Presidente del Consiglio tenta di dare al suo partito una parvenza di normalità.
Lo fa convocando in fretta e furia un 'ufficio di presidenza', ed imponendo ai presenti la figura di Angelino Alfano, che lascerà il Ministero della Giustizia per diventare 'segretario nazionale' del Pdl. Una nomina avvenuta "per acclamazione", "all'unanimità", "senza nessun intervento dissonante", ha spiegato orgoglioso il Premier. In poche parole, ha deciso lui, e al diavolo la democrazia interna.
C'è un Però: nello statuto del PdL la figura del segretario nazionale non c'è mica!

Per poterla istituire, a detta dello statuto, bisogna convocare nientemeno che il "consiglio nazionale" del Partito, e seguire tutte le procedure, illustrate da Italia Oggi:
Lo statuto prevede che ne facciano parte (del consiglio nazionale, ndr) parlamentari nazionali ed europei, coordinatori regionali, provinciali, di capoluoghi, membri del governo, consiglieri regionali, capigruppo e vicecapigruppo nei consigli provinciali e nei maggiori comuni, e molti altri ancora. Sono parecchie centinaia di membri: quindi, un organismo impossibilitato ad agire e a dibattere. Al consiglio nazionale compete, fra un congresso e l'altro (ma quando mai si terrà il secondo congresso del Pdl, che sarebbe poi il primo vero?), modificare lo statuto. Viene la curiosità di sapere se avrà il numero legale per decidere, posto che occorre 'il voto favorevole di 2/3 degli aventi diritto al voto' (non 'dei presenti', ma degli aventi diritto!). Sarà arduo riuscire ad avere presenti i 2/3 dei consiglieri, ammettendo che poi si esprimano all'unanimità.

Quanto accade nel PdL è uno dei segnali che potrebbero preannunciare la fine del berlusconismo, inteso come politica basata sul carisma e sull'egocentrismo del leader, e aprire le porte ad una nuova stagione. Attenzione, però, perchè il berlusconismo nasce dalle ceneri del craxismo, e la nuova fase potrebbe significare solo un nuovo suonatore per il medesimo spartito.

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