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Enea Melandri

giovedì 10 giugno 2010

Ma lo sanno di cosa parlano?


Mi ero già posto il quesito quando ho letto la risposta della SIAE a Roberto Cassinelli, deputato del Popolo della Libertà, che assieme ad una quarantina di colleghi aveva proposto un disegno di legge per permettere di riprodurre gratuitamente l'inno di Mameli, in qualità di "patrimonio della nazione".
La Società Italiana degli Autori e degli Editori fa sapere che l’inno nazionale è già fruibile senza il pagamento dei diritti poiché i diritti d’autore sono caduti diventando di pubblico dominio, come sempre accade, dopo 70 anni dalla morte dell’ideatore di un pezzo.
Magrissima figura per tutti i firmatari. Certo, è lecito non essere preparati su tutto, ma almeno informarsi prima di presentare un disegno di legge?
Lo segue a ruota il ministro Calderoli, che per la serie 'il bue che dà del cornuto all'asino', se ne esce con la sparata di ridurre gli stipendi dei calciatori; questa facile demagogia serve solo ad iconizzare un 'partito fuori dagli schemi' e avvicinare la Lega a quegli elettori disgustati ormai da tutto e tutti.
Gli risponde per le rime il presidente della Figc Giancarlo Abete, facendo sapere che quei soldi “derivano dalla risorse ricavate dalla Fifa e non avrebbero nessun aggravio sul bilancio dello Stato. La federazione è molto attenta alla gestione del bilancio federale. La dirigenza sportiva è molto attenta agli emolumenti e abbiamo sempre dato il buon esempio”.
BUON ESEMPIO, vero colpo basso: bisogna essere proprio maligni per usare dei termini simili nei confronti di un membro di un governo che voleva ridurre i propri emolumenti di poche centinaia di euro chiedendo però sacrifici a pensionati e dipendenti pubblici, scudando e condonando evasori e maneggioni vari.

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